Non si ferma la mobilitazione del Coordinamento No Pizzone II contro l’ampliamento della centrale idroelettrica proposto dall’Enel. Gli attivisti sono contrari anche al nuovo progetto, sul quale invece si è registrata l’apertura da parte del sindaco di Pizzone Vincenzo Di Cristofano.
Ieri mattina a Isernia il Coordinamento ha organizzato un volantinaggio di sensibilizzazione e informazione alla popolazione. Striscioni, materiale divulgativo e chiacchierate con gli isernini nel “corner” allestito in piazza Celestino V.
«C’è bisogno di informare il più possibile la cittadinanza perché è un progetto di cui si sa ancora poco. Ce ne stiamo occupando fondamentalmente noi cittadini, siamo gli unici che stanno lavorando per diffondere questa informazione. Purtroppo molte amministrazioni non si sono ancora date da fare per aprire un dibattito pubblico», ha spiegato Alessandro Nusco, uno dei promotori dell’appuntamento di ieri mattina.
A fine novembre, l’Enel ha riavviato il tour nei Comuni interessati per illustrare il progetto modificato e che, ha assicurato la società, ha tenuto conto delle osservazioni che erano pervenute su quello originario. Stando a quanto spiegato dall’Enel, e riportato nei giorni scorsi su queste colonne, la nuova centrale (se mai si farà) non avrà più una potenza da 300 Megawatt ma passerà a 150, l’oscillazione del livello di invaso (che è uno degli argomenti maggiormente dibattuti per le ripercussioni sul lago di Castel San Vincenzo e sull’attrattività turistica di cui gode) passerà da cinque a due metri e mezzo, il disboscamento previsto nel primo progetto si dovrebbe abbattere quasi completamente, gli sbancamenti da un milione di metri cubi dovrebbero scendere a 600mc con il riutilizzo totale del materiale di scavo, la galleria dovrebbe essere realizzata a quota più alta rispetto alla falda, ridotte significativamente anche le aree di cantiere (che da otto passeranno a due), non si realizzerà un nuovo elettrodotto, non si utilizzerà esplosivo per gli scavi in galleria, l’intorbidimento delle acque dei due invasi di Montagna Spaccata e Castel San Vincenzo sarà oggetto di uno studio specifico per evitarlo e potrebbero scattare anche misure compensative (in termini di realizzazione di infrastrutture viarie, turistiche o economiche) per il Comune. In Molise, Castel San Vincenzo sarà il comune che maggiormente avvertirà il peso dell’opera (molto più di Pizzone, dicono gli esperti), che vale mezzo miliardo di euro e sulla quale Enel non pare intenzionata a mollare.
Ma neanche il Coordinamento nato per contrastare l’iniziativa intende fare passi indietro. E in piazza a Isernia ha ribadito tutti i motivi di dissenso. «Ci sono vari aspetti – ancora Nusco nell’intervista rilasciata a Teleregione – Il primo è quella della improponibilità di un’opera di questo tipo che è un’area protetta. Un’opera, cioè, che non si può proprio realizzare in un posto del genere. Altri motivi sono legati all’impatto che, a cascata, un’opera del genere avrebbe sull’idea di sviluppo di territori come questi. Noi abbiamo un’idea di sviluppo compatibile con la protezione dell’ambiente che verrebbe compromessa».

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