«Fino ad oggi le sue biografie lo davano nato a Campobasso nel 1890. Questo dato ci ha sempre fuorviato. Le ricerche svolte anni fa, presso il Comune di Campobasso non produssero documenti relativi alla sua nascita. Evidentemente Amedeo ha sempre indicato il capoluogo del Molise come paese di nascita, ma non era quello. Finalmente dopo molti anni, con soddisfazione, siamo riusciti a trovare il suo paese di nascita e i suoi dati anagrafici».
È quanto sostiene Angelo Mitri, prestigiatore, illusionista agnonese e studioso di magia nonché grande amico del mago Silvan. Grazie ad un’attenta ricerca, Mitri, in arte Dimitri, svela in anteprima per Primo Piano Molise la vicenda di Amedeo Vacca.
«Dal registro degli atti di nascita del Comune di Cantalupo nel Sannio risulta che Amedeo Vacca nasce il 30 di maggio del 1890 – scrive Mitri -. Ma chi era Amedeo Vacca? Potrebbe sembrare un perfetto sconosciuto a chi non si interessa di prestigiazione. Vogliamo presentarlo ai lettori molisani e ricordarlo come una eccellenza mondiale nella “Regina delle Arti”. Fin da piccolo ha sempre avuto un’indole giocosa, non perdeva occasione di assistere agli artisti di strada che passavano a Cantalupo. All’età di 7 anni vide per la prima volta un fachiro fare delle magie e con l’osservazione e la pratica cercava di riprodurre gli effetti.
Per i suoi amici organizzava degli spettacoli di magia e come prezzo d’ ingresso si accontentava di bottoni che poi vendeva a suo padre Pasquale che era sarto. Il piccolo paese gli stava stretto per la sua intraprendenza. A 14 anni, era il 1904, raggiunse la sorella maggiore Mariuccia che era emigrata in America, nel Connecticut, a Bridgeport. Agli inizi trovò solo lavoretti saltuari ma la fortuna volle che a Bridgeport ci fosse il Teatro Poli, nel quale regolarmente si tenevano spettacoli di varietà. Ha avuto quindi la possibilità di vedere all’opera grandi prestigiatori. Questi artisti hanno stimolato nuovamente l’interesse dei suoi primi anni verso ma magia. Con i risparmi del suo lavoro nelle fabbriche di Bridgeport, ha cominciato ad acquistare i giochi dai cataloghi Hornmann e Martinka. Messa su una routine, ha cominciato ad esibirsi nei concorsi vincendo premi in soldi che utilizzava per acquistare sempre nuovi effetti. Verso il 1910 decise di lasciare il lavoro in fabbrica per dedicarsi unicamente alla magia. I suoi ingaggi iniziarono con 75 dollari a settimana per arrivare a 500 dollari a settimana. Nel 1921- prosegue il professor di educazione fisica Angelo Mistri – Amedeo Vacca stava per cambiare la sua vita nel magic shop di Roterberg a Chicago. Incontrò Houdini. Rotemberg da padrone di casa, lo presentò a Houdini, e come succede normalmente tra maghi, Houdini gli mostrò un effetto. Amedeo che fino ad allora era rimasto timidamente impietrito dal mito che aveva di fronte, nel vedere il gioco si mostrò invece con tutta la sua sfacciata sicurezza senza nessuna riverenza. Esclamò: “Si, un bel gioco, ma io posso farlo meglio”. Sembrava una battuta che fece sorridere Houdini e Roterberg. Houdini vide il gioco presentato da Amedeo e restò stupito. Gli diede il suo indirizzo di New York su un pezzo di carta e gli disse di passare a trovarlo. I due si incontrarono solo due anni dopo, e nacque una vera amicizia. Houdini comprese le qualità inventive di Amedeo e lo mise sotto contratto. L’amicizia e i particolari del contratto tra i due sono rimasti segreti per molti anni. Nessuno conosceva questo accordo e per poter parlare indisturbati Houdini aprì una bottega da barbiere vicino casa e Amedeo ne era il titolare. I due con la copertura delle barbe quotidiane di Houdini si incontravano soprattutto per definire i loro programmi.
Amedeo – prosegue Mitri – ha dato molto ad Houdini per far sì che le sue performance fossero reali. Era utilizzato da Houdini come aiutante segreto che in anticipo controllava le scene e posizionava quanto potesse servire per aiutarlo nelle sue pericolose esibizioni. Houdini ebbe a dirgli “Metto la mia vita nelle tue mani”. Questi particolari sono stati resi noti da Amedeo solo in tarda età e molti anni dopo la morte di Houdini che avvenne 31 ottobre del 1926.
In America, Amedeo viene ricordato per la sua collaborazione come assistente segreto di Houdini, ma questo aspetto è una piccola parte della sua vita artistica che è durata più di 60 anni.
Ha fatto 40 tournee mondiali e 47 europee. Ha toccato 23 paesi: Inghilterra, Francia, Germania, Austria, Ungheria, Italia, Svizzera, Norvegia, Svezia, Danimarca, Finlandia, Russia, Belgio, Turchia, Egitto, India, Giappone, Cina, Filippine, Rio de Janiero, Sudafrica. Si è esibito per 36 settimane al Paramount Theatre di New York che rappresenta un record, e 15 settimane al Teatro Paramount a Brooklyn. Ha lavorato nei migliori circuiti Loew, RKO, Proctors, Poli, The Teatro Roxy. Quando Amedeo lavorò nel 1938 sulla Canadian Pacific Line divenne il primo mago americano ad aver lavorato sulle navi da crociera. Si è esibito sul viaggio inaugurale del transatlantico Andrea Doria nel 1953. È stato un esempio di longevità magica. A 80 anni era ancora in tournee continentali, con la forza di sopportare i ritmi dei circuiti dei night club. Gli ultimi anni (1971), essendo rimasto l’unico collaboratore vivente di Houdini, era sempre disponibile a rispondere alle domande sul “Re delle evasioni”. In occasione della visita al cimitero Machpelah nel Queens per il 45° anniversario della morte di Houdini, gli venne chiesto di dare un giudizio tecnico, e lui rispose “Era un uomo meraviglioso (Houdini), non un buon mago, ma un buon uomo di spettacolo”. Al termine delle esibizioni usava dire: “Ricordate questa è roba di alta classe”. Una frase caratteristica delle nostre parti, appresa da piccolo nel suo paese, e portata sui palchi in America. Probabilmente sentita nella bottega del padre sarto, quando questi consegnava gli abiti confezionati ai clienti. Le tournee mondiali – conclude l’agnonese – le affrontava portando con se solo la valigia contenente tutto l’occorrente per il suo numero di 8-10 minuti che era composto semplicemente dall’ effetto reso popolare da lui, la “Scatola di fiammiferi acrobatica” , la routine con le sigarette per questa chiamato “Human Volcano”, o anche “Il Vesuvio fumante”, routine con i giornali per produrre “l’ albero di Natale” e “la scala di Giobbe” e “Gli aghi inghiottiti e infilati nella bocca” che gli valsero il nomignolo del “Re degli Aghi”. Amedeo Vacca si spense il 4 dicembre del 1974».

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