Il problema è reale ma la storia che una utente del Cup ha raccontato potrebbe essere destinata presto ad essere archivata alla voce ‘passato’: da quanto è stato possibile apprendere, sarebbe in dirittura d’arrivo l’attivazione di due nuovi sportelli del Centro unico di prenotazione nell’ospedale Veneziale. Un modo per andare incontro alle esigenze degli utenti, alle prese con una serie infinita di disservizi diventati ormai insopportabili. Motivo per il quale, la previsione di questa duplice attivazione di certo rappresenta un’ottima notizia. Perché non debbano più registrarsi simili e legittime rimostranze come quelle che una utente del Cup ha voluto raccontare.
«Ho portato mia figlia all’ospedale di Isernia per un piccolo intervento – racconta – . La dottoressa prima di farlo ovviamente mi ha chiesto di pagare l’impegnativa. “Cosa facile” penserete voi! Lasciamo il reparto e ci rechiamo al Cup. E qui.. l’apocalisse. Arriviamo alle 9 e 50… Cup aperto dalle 8 30. Prendo il numeretto: ho il 47 ma stanno chiamando il 5. Mi dico è impossibile, per digitare i dati di una impegnativa e incassare i soldi più o meno quanto tempo ci si impiega?». Il racconto prosegue: continuano ad arrivare utenti, molti sono anziani e fanno fatica a camminare, pochi i posti a sedere. Gruppetti di persone che si confrontano sullo stato della «nostra pietosa sanità». «Qualcuno si è messo anche a piangere – prosegue il racconto di una normale giornata in fila -; chiamo la segretaria del mio medico, pensando che avrei fatto prima ‘passando’ per lo studio ma lei mi spiega che già da parecchio tempo hanno tolto agli ambulatori la possibilità di pagare il ticket “a tempo zero”. Quindi, mi dice: o lì dove sei o al Cup di Venafro». Alla fine, alle 12.20, la signora arriva al traguardo: entra per pagare ma verifica che sono costretti a tornare a casa senza aver potuto risolvere le proprie esigenze almeno 25 persone. «Di quelli in attesa col numeretto, una buona metà ha abbandonato. Quindi con due sportelli aperti in una mattinata di lavoro hanno offerto il servizio a meno di un terzo della utenza». Qualche problema anche con gli addetti al Cup, non propriamente ermpatici nei confronti di chi è in attesa del proprio turno per ottenere un servizio indispensabile per la propria salute. «Abbiamo visto anziani palesemente preoccupati. Altri ancora tanto arrabbiati. Questo è un sistema che non può funzionare. Dobbiamo segnalare queste persone alle quali non è chiesto niente altro che essere veloci, professionali, silenziosi e gentili. Niente altro» conclude.

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