Sono solo linee guida, dice il commissario Filippi. Nella delibera numero 17 firmata dal commissario di governo c’è questo: indirizzi per il Comune, ma non certo imposte da aumentare. “Non aumentiamo le tasse come è stato detto – ha precisato Vincenza Filippi –. L’incremento dell’addizionale Irpef sarà valutato nella fase di predisposizione del bilancio di previsione 2013”. Già, proprio il documento contabile sarà il nuovo scoglio per palazzo San Francesco. Se fino al momento della sua redazione l’ente avrà incamerato i soldi che mancano, allora non ci saranno innalzamenti delle addizionali comunali né tagli ai servizi. In caso contrario se ne parlerà tra qualche settimana.

Nel frattempo il Comune ha lanciato l’offensiva contro i crediti non riscossi, cifre pesanti queste. Dai consumi idrici dovrebbero arrivare 3 milioni e mezzo di euro, 300mila dagli oneri di urbanizzazione non pagati e altri soldi freschi dal condono edilizio in fase di predisposizione. C’è poi l’ampio capitolo legato al contenzioso con il gestore del servizio di riscossione dei tributi. Secondo la Filippi in ballo ci sono altri 6 milioni di euro, ma in questo caso si andrà per le lunghe.

A provocare la sofferenza delle casse dell’ente, la dichiarazione dello sforamento del patto di stabilità nel 2010 e nel 2011 che è costato agli isernini la penalizzazione complessiva di un milione e 100mila euro. Sul mancato rispetto dei vincolo di spesa è in atto ancora la guerra. Proprio questa mattina si è tenuta l’udienza davanti al Tar sul ricorso proposto dall’amministrazione Melogli sulla decisione dell’ex commissario Vardè di decretare lo sforamento. Il tribunale ha trattenuto in decisione il ricorso e nei prossimi giorni depositerà la propria decisione. Isernia, intanto, resta col fiato sospeso. Le uniche a doversi mettere l’anima in pace sono le mamme che hanno i loro bimbi all’asilo nido comunale: il pomeriggio non verrà aperto perché le spese sono troppe per i soli quattro piccoli frequentatori.

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