Risponde a muso duro Esattorie Spa. Il commissario prefettizio aveva quantificato in 6 milioni di euro i debiti che il Comune di Isernia aveva nei confronti della società di riscossione dei tributi. Altro che milioni, ribattono i Marcucci, titolari della società, che solo in Molise ha 80 operai e svolge lo stesso servizio nei confronti di numerosi altri comuni molisani.

Per quanto riguarda Isernia, Esattorie vuole mettere le cose in chiaro, diramando la lettera che ha inviato lunedì a Palazzo San Francesco, parlando proprio di quei 6 milioni: “Non si tratta di importi riscossi e non versati, ma di anticipazioni che Esattorie Spa dovrebbe effettuare (per l’onere assunto del non riscosso come riscosso) di tributi non pagati dai contribuenti e per la maggior parte non riscuotibili. Infatti, come da anni oggetto di regolari comunicazioni e di numerose riunioni anche con la giunta comunale e la partecipazione dei responsabili dell’Ufficio tributi, è stato fatto presente che continuano a essere iscritti, nei ruoli prima e nelle liste di carico dal 2007, contribuenti deceduti da decenni (molti addirittura negli anni 1970, 1980 e successivi), per i quali, al contrario di quanto erroneamente assume il Comune, non possiamo agire contro gli eredi, che invece rispondono soltanto dei debiti d’imposta sorti e non pagati prima del decesso – dicono da Esattorie -. Ma vi è di più: abbiamo documentato come in moltissimi casi dopo il decesso del contribuente il successivo occupante dell’immobile ha effettuato la prescritta comunicazione (ovvero è stato oggetto di accertamento), e regolarmente iscritto nelle liste di carico, senza escludere il precedente, con la conseguenza che per lo stesso immobile viene iscritto sia il deceduto che il nuovo inquilino. E Esattorie Spa dovrebbe anticipare tali importi, che si sommerebbero a quelli già attualmente anticipati”. Di punti controversi ce ne sono anche altri: “Ci viene contestato il rimborso delle spese di notifica degli avvisi di accertamento Ici e Tarsu: come abbiamo più volte precisato, ma crediamo che non ve ne fosse bisogno, trattasi di spese per la notifica degli avvisi di accertamento che, essendo sommate al tributo stesso, vengono versate dai contribuenti contestualmente al tributo, e quindi riversate al Comune”. Esattorie, quindi, cerca la collaborazione: “Il nostro augurio è che si chiariscano le cose perché sarebbe altamente ingiusto mettere in discussione un’azienda costruita da isernini che, gradino dopo gradino, si sono affermati anche fuori regione”.

C’è poi un altro aspetto critico. Nella nota stampa di Esattorie si parla anche del fatto che “crisi economica e difficoltà dei comuni avevano già messo in tensione la stabilità di Esattorie. Se a questo ora si aggiungono altre notizie, la conclusione è che il personale potrebbe pagarne le conseguenze e già, in corso Risorgimento (dove si trova la sede isernina di Esattorie, ndr), si parla di stato di crisi e cassa Integrazione”.

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