Tanto tuonò che piovve: i tre medici ‘cooptati’ per i turni da fare al Pronto soccorso in luogo dei colleghi che da qualche giorno sono a casa con il Covid saranno operativi per soli tre turni. Due di notte e uno di giorno. Ergo, la situazione esplosiva del reparto del Veneziale sembrerebbe destinata a ripresentarsi identica, al massimo sabato.
Dopo mesi e mesi di appelli, di richieste, di proposte e di proteste, di lettere e stati di agitazione, di segnalazioni e avvertimenti circa la necessità di trovare una soluzione urgente alla cronica carenza di personale per evitare il rischio di non avere medici nei momenti di maggiore richiesta (coincidenti con la fase pandemica ma anche con l’estate e l’aumento della popolazione residente della provincia) al Pronto soccorso del Veneziale alla fine è arrivato il Covid ad assestare l’ultimo colpo di grazia. E ha costretto chi di competenza a trovare una soluzione… tampone.
Prevedibile, forse, la possibilità che anche i sanitari in servizio avrebbero potuto essere contagiati dalla variante che sta registrando ancora numeri molto importanti anche in Molise. Ipotizzabile, di conseguenza, la necessità di ‘attrezzarsi’ per l’emergenza nell’emergenza.
Fatto sta che non è andata propriamente così: in tre giorni, altrettanti dirigenti medici sono stati contagiati e quindi, ovviamente, non possono essere in servizio. I pochi rimasti devono sopperire alle difficoltà di turnazione e così si resta al lavoro anche per più di 12 ore.
Una situazione rischiosissima per i pazienti e anche per i sanitari, che il primario del reparto Lucio Pastore ha segnalato all’azienda sanitaria regionale alla quale ha, in sintesi, chiesto di occuparsi della questione. Urgente e stavolta improcrastinabile. Pastore ha dato anche una sorta di ultimatum all’Asrem: fino a giovedì (ieri) possiamo reggere, dopo non garantisco nulla.
E così, dal cilindro, sono usciti i nomi dei tre professionisti che, mettendosi a disposizione, avrebbero potuto tappare le falle. Dal Veneziale, ieri, sono partite le telefonate per chiedere conferma della disponibilità e così, almeno fino a sabato, tre turni sono coperti.
I medici che sopperiranno all’emergenza nell’emergenza arrivano da Campobasso, da Agnone e un camice bianco è stato recuperato fra i colleghi in servizio nel reparto di Medicina del Veneziale.
Insomma, si naviga a vista ma questa non è affatto una notizia: il Pronto soccorso del presidio sanitario del capoluogo di provincia soffre di una carenza di medici che è ormai diventata cronica. Nel 2016 al lavoro c’erano 11 camici bianchi, oggi sono 4 i medici strutturati (tre di questi sono malati) affiancati da 2 medici venezuelani (che non sono autonomi, quindi hanno bisogno di tutor) e da un medico che temporaneamente è stato spostato dalla Chirurgia.
Come se non bastasse, i ‘sopravvissuti’ devono occuparsi anche del Pronto soccorso di Agnone dove, negli ultimi giorni, come riportato da Primo Piano Molise, l’Asrem ha liquidato 45mila euro circa per le prestazioni aggiuntive – gli straordinari, in pratica – relativamente ai mesi di gennaio e marzo scorsi. In totale, solo per le prestazioni aggiuntive tra Veneziale e San Francesco Caracciolo, sono stati ‘sborsati’ oltre 130mila euro: attività che coprono i vuoti di organico nei reparti di anestesia e rianimazione (aprile 2022, 32mila 580 euro), ortopedia (aprile 2022, 21mila 640 euro), radiodiagnostica (aprile 2022, 15mila 300 euro), chirurgia generale (febbraio 2022, 15mila 960 euro). Questo il punto: mancano i camici bianchi, le tempistiche dei concorsi sono lunghe e spesso infruttuose, come fare ad erogare le prestazioni? Facendo ricorso alle prestazioni aggiuntive: medici che vanno a coprire altri turni oltre quelli che devono espletare nei reparti dove lavorano e che hanno un costo sulle casse dell’azienda sanitaria regionale di 60 euro lorde l’ora e di 480 euro per turno notturno. E anche in queste ore, per ovviare ai problemi legati alla carenza ulteriore di medici, al Veneziale è massiccio (ma non si può fare altrimenti) il ricorso alle prestazioni aggiuntive. Ma come se non bastasse, il Covid continua a mettere in luce altre disfunzioni: da tre giorni, nell’area dedicata del Pronto soccorso del Veneziale, una paziente contagiata aspetta di essere ricoverata a Campobasso dove, sembra, non ci siano posti letto disponibili. E l’assistenza alla paziente, di fatto, sottrae ulteriori risorse professionali in un reparto dove i medici non si contano nemmeno più sulle dita di una mano.
ls

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