Sessanta, settanta accessi al giorno. Ovviamente diverse le tipologie di intervento sanitario che i medici del Pronto soccorso di Isernia devono fronteggiare con i soliti numeri risicati. Oggi, fortunatamente, due dei 3 medici che sono stati costretti dal Covid a fermarsi faranno ritorno in corsia. E quello che troveranno sarà identico a quello che hanno lasciato prima di mettersi in isolamento e guarire.
«Magari, la situazione è peggiorata» commenta il primario del reparto del Veneziale che ripercorre questi giorni di fuoco. Da quando i suoi colleghi sono stati costretti a lasciare il nosocomio perché positivi al Covid, non è stato nemmeno possibile organizzare i turni, che comprendono anche quelli da espletare al pronto soccorso dell’ospedale di Agnone. Organizzazione che Pastore ha demandato all’Asrem.
«Io preparo un quadro di massima, poi lascio gli spazi vuoti che corrispondono a quei turni che non riusciamo a coprire che vengono riempiti a seconda delle disponibilità dei colleghi che anche dagli altri ospedali vengono a turnare a Isernia. Complicatissimo, cambiamo quella griglia decine di volte» racconta. E l’organizzazione non può andare oltre i sette giorni di pianificazione.
«Ci proviamo a mettere su un piano che sia di almeno una settimana ma non è affatto facile. Anche perché poi ci sono i colleghi che coprono turni anche in altri reparti. La situazione di Isernia non è un caso isolato, gli ospedali si reggono sulle prestazioni aggiuntive. Tutti, mica solo il Veneziale».
Primo Piano Molise ne scrive ormai da mesi: il ricorso agli straordinari è massiccio, d’estate poi cresce a dismisura tra ferie e turni da coprire.
Prestazioni aggiuntive che salvano la sanità da pericolosi vuoti ma che di contro rischiano di rivelarsi un’arma a doppio taglio: in questi giorni così complicati ci sarebbero stati professionisti che avrebbero lavorato per due giorni consecutivi, senza alcun riposo.
Gli straordinari vengono ben retribuiti posto che una notte di guardia costa all’Asrem 480 euro lorde mentre ogni ora in più, durante il giorno, ha un costo di 60 euro. Le ultime liquidazioni che riguardano le prestazioni aggiuntive erogate al Veneziale e al Pronto soccorso di Agnone la dicono lunga sull’impegno economico che si deve sostenere. E per restare all’ultima determina di liquidazione pubblicata sull’albo pretorio dell’Asrem, le spettanze dovute per il solo mese di febbraio ai medici che hanno coperto i turni del Pronto soccorso del Caracciolo di Agnone sono state quantificate in 19mila 860 euro. Che si sommano a quelle pagate un paio di settimane fa per quasi 44mila euro (relative ai mesi di gennaio e marzo scorso).
A metà luglio, l’Asrem ha liquidato 130mila euro di straordinari tra Veneziale e presidio ospedaliero di Agnone, il 18 giugno sono stati pagati 55mila euro circa di straordinari. Si tratta delle prestazioni aggiuntive erogate nel solo ospedale di Isernia e al Pronto soccorso di Agnone, sia chiaro. Nel conteggio non sono comprese quelle erogate per coprire i turni del San Timoteo oppure quelli scoperti al Cardarelli.
Insomma, 50 ore di lavoro senza sosta ma ben retribuite. Il gioco forse vale la candela. Ma la domanda che si pongono i cittadini riguarda la qualità dell’assistenza prestata: ci si può fidare di un medico che non riposa da due giorni, che corre da un ospedale all’altro, da un reparto all’altro per tappare le falle di una sanità che non riesce a trovare una soluzione che non sia ‘rattoppata’?
«Sembra che non interessi molto risolvere le problematiche, scavare per trovare soluzioni. Anche la politica, tace di fronte a tutto questo» il commento laconico di Pastore.
ls

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