Si può piangere per un dolore, per una disgrazia, di felicità. Ma in questi giorni a Isernia si piange affettando cipolle con l’imperdibile appuntamento di domani e dopodomani con la cipolla iserniana, uno dei prodotti più importanti del Molise. La cipolla, come ogni anno, torna a deliziare i palati degli estimatori di questo eccezionale prodotto della terra. Una pianta coltivata da secoli grazie alle sue peculiari caratteristiche; infatti preveniva la sete, poteva essere conservata a lungo e consumata in momenti di scarsità del cibo. Nell’antica Grecia, come si sostiene nella storia degli alimenti, gli atleti mangiavano cipolle in gran quantità poiché si credeva alleggerissero il sangue; i gladiatori romani si strofinavano il corpo con cipolle per rassodare i muscoli. Nel medioevo le cipolle avevano grande importanza come cibo, tanto che erano usate per pagare gli affitti e come doni. I medici prescrivevano le cipolle per alleviare il mal di capo, per curare i morsi di serpente e la perdita dei capelli. Sul nostro giornale amiamo occuparci di tutto ciò che rende grande la nostra Isernia, perché valorizzare le proprie radici è fondamentale se si vuole costruire un domani che valga la pena vivere. I coltivatori locali non usano niente di chimico. Viene fatto tutto a mano. È un rito che avviene tra ottobre e novembre. Poi le cipolle si lasciano maturare fino a primavera e infine raccolte a inizio giugno. A Isernia si producono due antiche qualità di cipolla, con lo stesso gusto, ma con forma diversa: una piatta e l’altra a forma di pera. Durante la fiera vengono esposte cipolle di varia dimensione da quelle di piccolo taglio, per passare a quelle dai due, tre, quattro etti, fino a quelle che pesano circa 2 chilogrammi. Della cipolla iserniana le massaie locali ne hanno fatto sempre tesoro. Le foglie non si buttano mai perché servono a preparare per fare prelibati soffritti; così come il gambo che va tagliato a pezzetti e farci delle ottime frittate. Faticoso ma ricco di tradizione il lavoro nei campi. Quando inizia la raccolta, vengono lasciate per una giornata al sole. Poi portate al coperto per farle asciugare perché a detta delle persone anziane “mettere una cipolla a contatto con le altre quando ancora butta acqua può farle marcire tutte”. Alla cipolla iserniana è dedicata ogni anno la festa dei Santi Pietro e Paolo che si svolge il 28 e 29 giugno. Due giorni che non sono solo la celebrazione, in tavola, di un prodotto tipico di eccellenza, ma una festa in grande stile. Grazie alla sensibilità di alcuni operatori del settore, tra cui Domenico Antenucci e Giancarlo e Claudio Antenucci, la cipolla è ritornata in auge dopo un periodo di oblio. Si tratta di iniziative valide che riconoscono l’importanza della cipolla al fine di proteggere l’unicità del prodotto: da Domenico Antenucci, in una location nei pressi dell’Auditorium, si potranno gustare pietanze uniche e prelibate. Si parte con il primo piatto “Pentrini ripieni di cipolla bianca iserniana e vino Tintilia su ragù bianco e nuovoletta di caciocavallo. E’ lo stesso chef Domenico Antenucci, titolare di un noto pastificio artigianale, a fornirci il segreto di questa sua ricetta: “Gli ingredienti di sfoglia: semola di grano duro e acqua, ingredienti per il ripieno: formaggi di mucca, cipolla bianca iserniana, vino Tintilia e sale; ingredienti per il condimento: carote, sedano, cipolla bianca iserniana, patata, olio E.V.O., carne di maiale, vino bianco, sale e pepe”. Per secondo ci sarà una deliziosa “Porchettina steccata con lardo e cipolla bianca iserniana con salsa al profumo di cipolla”. Anche qui naturalmente la ricetta: “Ingredienti: filetto di maiale, lardo, cipolla bianca iserniana e sale; la steccata che sta a indicare la tecnica attraverso la quale si inserisce all’interno del filetto delle stecche di lardo e di cipolla prima della cottura”. Ad accompagnare il secondo il contrno con “cacio cipolla iserniano i cui ingredenti sono: cipolla bianca iserniana, formaggio caciocavallo, formaggio di mucca, uova, sale e pepe. Infine il dolce “Crema dolce al formaggio e cipolla bianca iserniana con barbabietola rossa e biscotto al limone” i cui ingredienti sono: barbabietola rossa, latte, formaggi, cipolla bianca iserniana, zucchero, farina di grano tenero, burro e limone. Invece Giancarlo, Michele e Claudio aspetteranno gli amanti della buona cucina tipica nell’osteria “Ru Paravise”, nei pressi dell’antica porta del Mercatello, per proporre “La fiera in un panino”. Ad un prezzo a dir poco politico si potranno gustare: panino con crema di cipolle e scarola saltata in padella con pomodorini secchi e olive nere; panino con frittata di code di cipolle e panino con polpette di baccalà e cipolle con sugo di pomodoro fresco. Inoltre i piatti tipici della tradizione “re Sernia” che vengono proposti da tre generazioni a partire dall’indimenticabile Michele “Padretern” con la moglie Angelina: cipolle gratinate, zuppa di cipolle, pasta di crema con cipolla, carne al forno con cipolla. Due giorni, dunque, per apprezzare le innumerevoli declinazioni gastronomiche della “regina” di Isernia. Il miglior modo per assaporare le qualità della cipolla è consumarla cruda e fresca come condimento alle insalate. La fiera delle cipolle ha radici antiche. Nel corso dei secoli si è fatto sempre riferimento alla festa dei Santi Pietro e Paolo con annessa la vendita delle cipolle che appare nei documenti alla fine del XIX secolo, nell’epoca in cui venne costruita la linea ferroviaria che collegava Isernia con Caianello, altro luogo di forte coltivazione della cipolla. Senza dimenticare il numero elevato di cipolle venduto nella zona della fiera in largo Erennio Ponzio. Tradizione questa cessata a seguito del bombardamento del 1943.
Il sapore è assolutamente unico e attira curiosi e golosi anche di fuori regione. Ma in questi due giorni non si può lasciare Isernia senza aver assaggiato l’agnello al forno con le cipolle, quelle cotte al forno nel tradizionale tegame di terracotta oppure un’insalata di cipolle crude, dolci, condite con olio extravergine di oliva e un po’ di sale. Abbinamento d’obbligo un buon rosso locale che rende il prodotto unico e eccellente ad ogni palato. Sarà bello vedere tanta gente tornare a casa con buste piene di cipolla, con il sapore di tradizioni antiche e sane. Che fanno di Isernia, della sua gente suoi contadini, un luogo che rende orgogliosi di essere molisani.
L’evento nell’evento
E proprio a poche ore dall’evento dell’anno, la più anziana ortolana Maria Battista ha compiuto 92 anni. La sua passione, quella per la coltivazione delle cipolle, è rimasta intatta sin da quando era una ragazzina e la genuinità dei suoi prodotti l’ha resa celebre in città. Maria ha festeggiato le 92 primavere attorniata dall’affetto dei figli: Carmelo, Benedetto, Tonino, Giuseppe, dai nipoti e dai parenti tutti.

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