Restituire alla comunità isernina la piscina comunale di contrada Le Piane rappresenta di certo una priorità per l’amministrazione di Palazzo San Francesco. Da anni infatti gli utenti dell’impianto aspettano di vederlo riaperto. Come è noto la gara per la gestione della struttura a settembre dello scorso anno era andata deserta. Per questo, è stato necessario rimodulare alcuni elaborati del progetto di fattibilità, senza però alterare il contenuto tecnico dello stesso né tantomeno l’importo economico complessivo. E ora il bando, opportunamente modificato, è pronto per essere pubblicato di nuovo. Nella speranza che possa essere più appetibile per gli operatori economici interessati a occuparsi della gestione. Lo si apprende da una recente determina firmata da dirigente del Terzo Settore Giorgio Marone. Che già qualche mese fa aveva assicurato tempi brevi per la nuova gara. Alla fine di dicembre dello scorro anno, infatti, il progetto di fattibilità rimodulato è stato presentato dai tecnici incaricati in data per un importo complessivo pari a 1.194.759,84 euro.
Anche in questo si tratta di una gara «con procedura aperta – si legge nella determina – per l’affidamento in concessione della gestione del complesso natatorio, comprensivo della progettazione definitiva, esecutiva e della realizzazione di interventi di ristrutturazione, adeguamento sismico, igienico-funzionale mediante finanza di progetto».
La differenza rispetto al bando precedente riguarda la durata della concessione che da 20 anni passa a 25, a partire dalla data di stipula del contratto.
Il canone annuo, oltre all’Iva, che il concessionario è tenuto a corrispondere in favore del Comune di Isernia a partire dal sesto anno di concessione e per l’intera durata della stessa, posto a base di gara con offerta in rialzo, è pari ad 6.000,00 euro e comunque non inferiore a 120.000,00 per l’intera durata della concessione. «Il canone – si legge ancora nella determina – sarà rivalutato ed aggiornato annualmente in base all’aumento del costo della vita per gli operai e gli impiegati rilevato dall’Istat».
Infine per quel che concerne i tempi, il termine massimo per l’ultimazione di tutti i lavori non dovrà essere superiore a 210 giorni naturali, successivi e continuativi. «Il termine – è stato stabilito – decorrerà dall’inizio dei lavori che dovrà risultare da apposito verbale redatto in contraddittorio tra le parti. Il tempo di esecuzione dei lavori costituisce elemento di valutazione dell’offerta economica che dovrà pertanto prevedere una durata dei lavori pari o inferiore, espressa in giorni di riduzione, con un limite minimo inderogabile di giorni 150 lavorativi».

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