Sarà necessaria una nuova perizia per accertare le cause del decesso di Fabio De Luca, il detenuto morto nel novembre 2014, mentre era recluso nel carcere di Ponte San Leonardo. Questo quanto deciso dal Gup del Tribunale di Isernia. Ieri mattina, si è tenuta la prima udienza del rito abbreviato a carico del 25enne campano Aniello Sequino, accusato insieme ad altri due imputati dell’omicidio del 45enne. Il giudice ha proceduto alla nomina del neurochirurgo Ettore Sannino e nei prossimi giorni provvederà a individuare anche un medico legale. A loro verrà affidato il compito di redigere una nuova perizia. L’udienza è stata quindi aggiornata al 12 dicembre, per il giuramento dei periti.
Intanto, davanti alla Corte d’Assise di Campobasso, si è aperto lo scorso 7 novembre il processo nei confronti degli altri due imputati Francesco Formigli ed Elia Tatangelo. L’udienza è stata aggiornata al 28 novembre prossimo, quando saranno sentiti cinque testi dell’accusa.
Cosa è successo dunque quella notte d’autunno a Ponte San Leonardo?
Come è noto, Fabio De Luca giunse in gravi condizioni all’ospedale Cardarelli il 5 novembre del 2014 dove morì dopo otto giorni di agonia. All’inizio l’ipotesi più accreditata fu quella di una caduta accidentale dal letto a castello del penitenziario pentro dove il 45enne salì per recuperare un oggetto. La Squadra Mobile di Campobasso, che condusse le indagini su delega della Procura di Isernia parse però scettica fin da subito rispetto alla versione della caduta accidentale. L’autopsia, eseguita due giorni dopo il decesso, certificò infatti che le ferite sul corpo di De Luca erano incompatibili con una caduta accidentale.
‘Trauma cranico multifocale’: questo il responso contenuto nella relazione del medico legale Vincenzo Vecchione. Morte indotta, dunque, forse a seguito di un pestaggio in cella. Per quel decesso tre ex compagni di detenzione della vittima vennero accusati a vario titolo di omicidio dalla Procura di Isernia. La svolta nelle indagini ci fu nel novembre del 2015, con l’arresto dei presunti responsabili. Per gli investigatori le lesioni sul corpo della vittima erano incompatibili con una caduta accidentale in quanto oltre al colpo alla nuca si è stabilì con certezza che De Luca venne colpito al cranio in più punti con un corpo contundente, a superficie liscia, forse ricoperto da un panno. La Mobile visionò i filmati registrati sia prima dell’aggressione, sia nell’immediatezza dell’evento, analizzando in particolar modo il comportamento di un gruppo di detenuti campani. Fabio De Luca venne descritto come una persona particolarmente litigiosa. Il 45enne romano era stato arrestato per rapina ed era in carcere dopo aver aggredito la madre.
Intanto, la famiglia del De Luca, assistita l’avvocato isernino Salvatore Galeazzo, si è già costituita parte civile e continua a chiedere verità e giustizia.

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