Un tavolo in Prefettura per trovare, coinvolgendo tutte le parti interessate, soluzioni adeguate per fare fronte alle tante criticità con cui il Pronto soccorso di Isernia si trova a fare i conti. L’altra sera il personale del reparto di emergenza del ‘Veneziale’ ha deciso di proclamare lo stato di agitazione, sotto egida sindacale. E la Cgil, come da prassi, ha chiesto la convocazione di un vertice a Palazzo del Governo. Chiaro è che, in assenza di risposte in grado di risolvere le problematiche, gli operatori sono pronti a dare vita a forme di protesta, come ad esempio lavorare con una fascia nera al braccio in segno di lutto, raccogliere firme e coinvolgere i cittadini per dare vita a manifestazioni per far sentire la voce del territorio.
Una situazione che ormai è al collasso che ha reso inevitabile la scelta del personale del Pronto Soccorso. Non è la prima volta che ci si trova in una situazione analoga visto che come ha sottolineato il primario del reparto «Ci troviamo nella stessa situazione di dieci anni fa. Anche nel 2009 – ha ricordato – fummo costretti a dichiarare lo stato di agitazione. Anzi, oggi siamo in una condizione peggiore. Dieci anni fa le problematiche erano tutto sommato circoscritte al Pronto soccorso, ora siamo di fronte a una crisi di sistema».
Una situazione ormai al collasso. «I disagi nella gestione dell’utenza sono sempre più grandi – ha ribadito il primario del reparto di Emergenza -. Manca personale, mancano i posti letto per ricoverare i pazienti, siamo costretti a trattenerli per giorni nei nostri reparti e curarli non avendo una organizzazione per la degenza.
Costantemente siamo sottoposti a denunce e dobbiamo difenderci nei tribunali. E ciò nonostante il fatto che da sempre abbiamo avvertito la dirigenza aziendale, ma anche la Prefettura e la Procura che lavoriamo in una condizione di rischio costante per pazienti con notevole stress di tutto il personale. La Cgil ha chiesto un incontro in Prefettura per il congelamento del conflitto. Vediamo se si riesce a sbloccare questa situazione. In caso contrario -ha concluso – saremo costretti a prendere altre iniziative e chiediamo alla cittadinanza si esserci vicina».
Deb.Div.

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