Continua a tenere banco e per diverse ragioni la gestione dei migranti tunisini arrivati a Isernia da Lampedusa alcune settimane fa. Sulla questione interviene anche il Rti Sayonara srl – Consorzio di Libere Imprese che, attraverso lo studio legale Cutone, chiede risposte alla Prefettura in merito alle scelte operate per l’individuazione delle strutture da utilizzare per l’accoglienza degli stranieri. E soprattutto per quale ragione il Sayonara è stato escluso, considerando che il consorzio si è posizionato al primo posto in graduatoria tra venti concorrenti alla gara avviata dalla Prefettura nel giugno del 2017. «In data 13.03.2018 – si legge nella nota inviata al prefetto Vincenzo Callea – è stata sottoscritta tra le parti la convenzione per l’affidamento dei servizi di accoglienza. Con successiva prefettizia del 28.12.2018 la suddetta convenzione è stata prorogata (ai sensi dell’art. 106 comma 11 del dlgs 50/2016) fino all’aggiudicazione della nuova gara per l’anno 2019, ad oggi ancora non disposta». Si arriva così allo scorso mese di luglio, quando il Rti odierno, attraverso la propria struttura convenzionata, presentava una capacità ricettizia residua di 57 unità. «Nel rispetto della graduatoria – scrive il legale -, nel mese di luglio scorso la Prefettura di Isernia ha richiesto all’odierna istante la disponibilità all’accoglienza dei richiedenti asilo approdati nei centri di arrivo siciliani. La struttura ha comunicato tempestivamente la propria disponibilità all’accoglienza dei migranti. Pertanto, dietro espressa richiesta della Prefettura di Isernia, il Sayonara srl, nella predetta qualità, ha provveduto a liberare due piani della struttura di via Berta onde poter garantire ai nuovi arrivati l’espletamento della quarantena nel rispetto delle procedure per il contrasto all’epidemia da Covid-19». Ma c’è di più. La struttura «ha provveduto – viene ricordato nella missiva – a riservare un’area dell’immobile, autonoma ed indipendente dal resto dell’edificio, ad esclusivo utilizzo dei soggetti che eventualmente fossero risultati positivi al coronavirus.
Effettuati i sopralluoghi del caso alla presenza di funzionari della Questura, la struttura è stata invitata ad effettuare dei piccoli interventi di adeguamento al fine di garantire un migliore monitoraggio, nel periodo di quarantena, dei richiedenti asilo da ospitare». Adeguamenti che sono stati «eseguiti nell’immediato dal Sayonara srl». Contestualmente è stato richiesto al Comune di Isernia di riservare uno spazio davanti alla struttura per consentire la sosta esclusiva dei veicoli delle Forze dell’Ordine
«Il Sayonara srl, infine – si legge ancora nella nota – ha organizzato anche il trasferimento a proprie cure e spese dei richiedenti asilo ospiti presso la predetta struttura che sarebbero giunti in una struttura in provincia di Campobasso, sicché restava in attesa di conoscere dalla Prefettura di Isernia il giorno del trasferimento».
Ma le cose sono andate diversamente visto che, i migranti arrivati in città, sono stati poi sistemati nel centro di accoglienza di viale dei Pentri, gestito dalla cooperativa ‘Il Geco’, «operatore economico – sostiene il legale – posizionatosi nella graduatoria di gara dietro l’odierno Rti».
Da qui, attraverso il legale la richiesta di chiarimenti urgenti alla Prefettura in merito al mancato trasferimento dei migranti al Sayonara. Quel che si vuole sapere sono i motivi che hanno indotto «a trasferire i predetti cittadini stranieri richiedenti protezione internazionale presso la struttura gestita dalla cooperativa Geco, evidentemente in spregio oltre che ai principi di buona fede e trasparenza anche alla graduatoria di cui all’esito della procedura di gara aperta e successive proroghe».
Infine, anche il Rti Sayonara srl si «riserva di agire per il risarcimento dei danni subiti e subendi». La parola dunque, ora passa alla Prefettura.

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