La querelle scatenata dal famigerato bando pubblicato all’insaputa del sindaco non è destinata a finire. Anzi, potrebbe trasformarsi davvero nella Waterloo del primo cittadino, a pochi mesi dal termine della sua difficile e contestata consiliatura. E, a cascata, anche dell’assessore competente, in quanto a responsabilità, del settore. Sul fronte della competenza tracimano i consiglieri di minoranza Gianni Fantozzi e Rita Formichelli, che hanno scovato il bando da 17 milioni di euro pubblicato nonostante non sia stato approvato il bilancio di previsione e quindi senza l’indispensabile copertura finanziaria. Gli stessi che hanno pensato fosse giusto chiarire i contorni di questa vicenda direttamente con il sindaco, il quale – nel corso di un colloquio – avrebbe ammesso di non saperne nulla. Gli stessi che hanno chiesto la revoca del bando, fatto che si è realizzato con determina del 18 febbraio scorso. Gli stessi che oggi chiedono la testa dell’assessore competente, Domenico Chiacchiari, e non quella del sindaco perché, spiegano, sarebbe «un gesto vigliacco in questo momento, che lascerebbe la città in balia di un commissiario e di dirigenti tecnici incapaci». Due gli eventi che finiscono nel mirino die consiglieri, del resto sono gli unici due appalti di cui l’amministrazione d’Apollonio è responsabile. Soste a pagamento, ed è andata come è andata. E questo bando da 17 milioni di euro per lo smaltimento dei rifiuti. Entrambi portano la firma dell’assessore finito sul banco degli imputati. «Per entrambi i bandi pare ci siano stati “errori tecnici”, “distrazioni” da parte dell’ufficio tecnico. È legittimo – si chiedono Fantozzi e Formichelli – a questo punto pensare che l’errore tecnico nasconda ben altro e comunque denuncia una grave incompetenza da parte dei responsabili. Ricordiamo poi ai cittadini che tutti gli altri appalti effettuati dal Comune di Isernia sono stati “sotto soglia”, ossia ad “affidamento diretto” senza pubblica gara». Non solo le strisce blu e il bando senza copertura finanziaria finiscono nel mirino degli esponenti di minoranza. «L’assessore competente ha dato un nuovo volto alla città con opere di dubbio gusto – continuano Rita Formichelli e Gianni Fantozzi che hanno fatto esplodere il caso che rischia davvero di chiudere la consiliatura d’Apollonio nel peggiore dei modi possibili – per non parlare dei lavori della Villa Comunale, chiusa per otto mesi, per rifare il laghetto e rimanere con i vialetti rotti? Oppure le pezze di asfalto su corso Garibaldi dal Natale 2019? Quanto ci è costato? Nessuno lo sa!». La lettura dei fatti spinge Fantozzi e Formichelli ad un deciso atto d’accusa. «Da tempo, proprio per porre fine a questi appalti sotto soglia con i quali si sta consolidando l’elettorato di qualcuno a danno della città, è stato chiesto ufficialmente di avere l’elenco dei professionisti e delle ditte accreditati ma , a distanza di mesi, non è ancora pervenuta risposta. Omissione di atti di ufficio ma soprattutto l’evidenza che di chiaro e trasparente in quest’amministrazione non vi è nulla!». Dai due esponenti di minoranza arriva forte il richiamo alla responsabilità, lanciato all’indirizzo di Giacomo d’Apollonio. «Il Sindaco sceglie gli assessori, con essi vi è un rapporto fiduciario tant’è che ha revocato un assessore per questo motivo. Oggi ha la certezza e non più il solo sospetto, di come tutti gli assessori e non solo Chiacchiari, non stiano operando nell’interesse della città. E, a conferma di come tutti siano convinti nel potere assoluto della giunta, noi consiglieri abbiamo appreso dai giornali che è stato aprovato un nuovo regolamento e un nuovo tariffario per il Suap. Ancora un grave gesto con cui è stato esautorato il Consiglio Comunale, annullate le Commissioni ma dopotutto il costo dei diritti istruttori ed il regolamento Suap a Isernia è gestione privatistica. I cittadini – incalzano Formichelli e Fantozzi – sono ancora in attesa della piscina, per ora pagheranno solo i progettisti per i lavori fatti per appalti non andati a buon fine. Anche qui incapacità o errore tecnico? Come può ora il sindaco continuare a riporre la sua fiducia in questi assessori? Come può consentire che distruggano Isernia utilizzando il suo nome? Perchè sarà la giunta D’Apollonio ad essere ricordata e non i nomi dei singoli assessori!». L’ultimo atto per d’Apollonio sarebbe scrollarsi di dosso queste ombre. Come? Revocando gli incarichi conferiti su base fiduciaria al segretario, al dirigente dell’Ufficio Tecnico ed agli assessori, «perchè – incalzano i due consiglieri – pretendiamo che il sindaco eserciti il suo potere ed adempia al suo dovere di tutelare la città! Non c’è più tempo e non ci sono più scuse, l’errore tecnico e la buona fede non sono più utilizzabili. Dimostri oggi il sindaco che è davvero al di sopra delle logiche politiche alle quali ha sempre detto di non appartenere. Dimostri il sindaco che l’interesse della città, la buona amministrazione, sono i suoi veri valori che non possono essere svenduti per un voto in Consiglio». D’Apollonio è quindi chiamato ad un «atto di dignità che salvaguarderebbe la città ed anche e, soprattutto, il suo nome. Che il sindaco ci liberi da questa mala gestio perpetrata dai suoi fiduciari! Se non lo farà, vorrà dire che non risponde al vero che il suo interesse prevalente sia quello della città. Perché quando viene a sapere di appalti “anomali” e non prende provvedimenti – continuano – è evidente che, alla fine, ne condivide contenuto e procedura. L’onestà e la rettitudine non sono valori ambigui nè interpretabili, il sindaco se ne fa paladino ed è quindi ora che li difenda per il bene di tutti!».
ls

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