Per la quarta estate di fila la temperatura all’ospedale San Timoteo è bollente, ma non è un problema ambientale, è politico e sanitario. Reparti sguarniti e sguarnenti, blocchi di ricoveri, trasferimenti obbligati al Cardarelli e dimissioni volontarie. Sta accadendo di tutto in viale San Francesco. Non bastassero i problemi del servizio di Emodinamica e le altre criticità messe a fuoco con diffide continue, nelle ultime 24 ore assistiamo all’addio, annunciato, da uno dei capisaldi del bastione ospedaliero adriatico, il direttore facente funzioni di Ginecologia e Ostetricia, Dino Molinari, da 33 anni in reparto e da undici al suo vertice. Un fiore all’occhiello della sanità bassomolisana e regionale capace di attrarre parti da Abruzzo e Puglia, prima che il depotenziamento a cui mai l’Asrem ha mostrato di voler invertire la rotta, ne ha decretato progressivamente la fine. Ora è aperto, ma è come se non lo fosse. Tant’è che Molinari ha deciso di dire basta, probabilmente non sentitosi più in grado di assolvere al meglio il suo mandato, con la scure del tavolo tecnico ministeriale che già l’aveva condannato alla chiusura del Punto nascita e in attesa dell’udienza di merito al Tar Molise, che deciderà le sorti del secondo provvedimento di stop ai ricoveri (dell’estate 2021), dopo quella del 2019. Ironia della sorte o per nulla tale, i tre mesi di preavviso di Molinari notificati all’Asrem come gesto di dimissioni volontarie scadranno una settimana prima del confronto dinanzi alla giustizia amministrativa. Appena diffusasi la notizia, trapelata da ambienti ospedalieri, è stato un mare magnum di commenti e reazioni social. Questa decisione segnerà uno spartiacque nella gestione dei rapporti, anche istituzionali, ne siamo certi. Ma non è finita qui, a pochi metri di distanza, è scoppiato un altro bubbone, in Ortopedia. Con la comunicazione formale diramata dal primario Giuseppe Gagliardi, che ha disposto il blocco momentaneo dei ricoveri ordinari ed urgenti per malattia Covid del personale medico con conseguenti impossibilità di garantire la sicurezza dei ricoverati. «A far data dal 16 luglio 2022, per malattia Covid del personale medico e per la presenza in reparto di 6 pazienti ancora da operare, il blocco momentaneo dei ricoveri fino a nuova comunicazione. Prendo atto di una drastica riduzione delle sedute operatorie da vari anni che permettono di eseguire solo interventi in regime di urgenza. Faccio presente che nell’Uoc di Ortopedia sono ricoverati a tutt’oggi 6 pazienti da sottoporre ad intervento chirurgico per eventi traumatologici vari. Le due sedute settimanali garantivano una continuità assistenziale ed una operatività tempestiva.
Vi è inoltre notevole difficoltà ad inserire nei giorni settimanali i pazienti da sottoporre ad intervento chirurgico come intervento urgente a causa delle urgenze delle altre specialità chirurgiche (vedasi Chirurgia, Ginecologia, Otorino, Urologia etc). Le urgenze ortopediche sono sempre messe in secondo ordine come se le fratture di vario genere (soprattutto quelle dell’anziano) non rivestono carattere di urgenza. Un ritardo dell’intervento chirurgico comporta problemi medici e responsabilità medico-legali nei confronti del paziente. Al momento attuale a causa di malattia per Covid sono in servizio solo due sanitari.
Ci troviamo quindi nell’impossibilità di garantire la sicurezza dei pazienti ricoverati.
Stante tali notevoli difficoltà sarò costretto a non accettare dal 16 luglio 2022 ulteriori patologie traumatologiche chirurgiche (fratture del femore del paziente anziano etc.) e a trasferire i pazienti presso altri reparti ospedalieri». Questo il commento del presidente del comitato San Timoteo, Nicola Felice, che rimarca quanto esposto nelle numerose prese di posizione assunte nel corso degli anni e specialmente negli ultimi mesi. «Alla atavica carenza di personale e alle difficoltà di reperire medici specialisti e operatori sanitari da destinare ai vari reparti del San Timoteo, si aggiunge ora anche la ripresa virulente del diffondersi del Covid, al quale nessuno è esente e quindi anche gli operatori della sanità il contagio.
La notizia ultima che anche uno specialista del reparto di ortopedia è stato contagiato, inducendo l’interruzione dei ricoveri e interventi di ortopedia al San Timoteo, e quindi l’imposizione di trasferimento i pazienti al Cardarelli. Ciò non può che generare ulteriore sgomento e disappunto.
Sarebbe opportuno, sia in questo caso che per eventuali altri casi in futuro, evitare l’interruzione di servizio. Si ritiene invece di dover provvedere il trasferimento, in momentanea sostituzione, di altri specialisti e operatori da altri presidi ospedalieri.
In tal modo si evita anche di gravare ulteriormente il 118, già depotenziato di personale e in forte difficoltà, ad essere impiegato quasi principalmente per trasferimenti di pazienti al Cardarelli. Da tenere conto tra l’altro i tempi lunghi necessari per eseguire il servizio di trasporto al Cardarelli, considerato lo stato in cui versa ancora la “Bifernina”, strada di collegamento a Campobasso che presenta numerosi semafori e interruzioni per i lavori incorso. Tra l’altro, questa disposizione al 118 fa aumentare il rischio di non poter rispondere alle richieste di interventi urgenti. Ancora più in questo periodo in cui la popolazione sulla costa e nel basso Molise è cresciuta di molto per la presenza di turisti e villeggianti e si vede l’ unico presidio ospedaliero presente ulteriormente depotenziato.
L’auspicio è che questo nuovo nostro appello venga accolto da parte delle autorità e dirigenti preposti».

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