Se l’andamento climatico si confermerà tale, si dovrà davvero puntare a una destagionalizzazione dell’offerta turistica molto più “organizzata” di quanto non sia avvenuto già nel 2022. Forse il prossimo weekend non vedrà più gente sull’arenile a perfezionare la tintarella. In questo lungo ponte di Halloween ci sono state persino famiglie che hanno piantato l’ombrellone sulla spiaggia libera, esibendosi in costume, così come ieri mattina, sfruttando una temperature prossima ai 25 gradi intorno alle 11, in diversi si sono riversati sulla costa. Ma di numeri positivi il comparto turismo ne sciorina non soltanto climaticamente, ma anche economicamente. Lo ha ribadito ieri il presidente nazionale del Sib-Confcommercio, l’associazione di categoria più rappresentativa dei balneari. «I dati Istat sull’andamento del PIL nel corso dell’estate (+0,5 % sulla primavera e +2,6% sul 2021; +3,9 del Pil 2022) dimostrano ancora una volta l’importanza economica del turismo estivo e, quindi, segnatamente delle vacanze balneari. Si conferma ancora una volta che la balneazione attrezzata italiana costituisce un settore economico efficiente e “in buona salute”. Motivo in più per evitare che sia distrutto da interventi normativi confusi e pasticciati come la recente legge Draghi. Confidiamo che il Governo Meloni abroghi al più presto questa legge dando certezza di continuità di lavoro a 30.000 famiglie impegnate a fornire servizi di eccellenza che il mondo ci invidia». Interessante era stata la disamina del presidente nazionale della Fiba-Confesercenti, Fabrizio Licordari, sigla che viaggia spesso a braccetto proprio col Sib. «L’esito delle elezioni politiche dello scorso 25 settembre e la formazione del nuovo governo guidato dalla presidente del consiglio Giorgia Meloni ha dato un taglio molto preciso a quella che sarà l’impostazione di chi si trova oggi alla guida del nostro paese. Gran parte degli imprenditori balneari e in generale dei concessionari demaniali marittimi e del settore idroelettrico ha votato a favore delle forze di centrodestra, ovvero quelle forze che hanno sempre garantito un aiuto e un sostegno alle nostre imprese, e sicuramente c’è stato un grande appoggio in particolare a favore di Fratelli d’Italia, unico partito che nella precedente legislatura in parlamento ha fatto resistenza contro tutte le proposte provenienti dal governo Draghi, senza accettare compromessi e anzi accogliendo le posizioni che la nostra categoria esprimeva. I balneari italiani non dimenticheranno le posizioni che i partiti hanno avuto rispetto alla legge sulla concorrenza e soprattutto si ricorderanno a lungo dell’intervento pronunciato lo scorso febbraio alla Camera da Giorgia Meloni, che ha smontato punto per punto le argomentazioni del governo Draghi rispetto alla riforma delle concessioni balneari inserita a tutti i costi nella legge sulla concorrenza. Abbiamo passato tutto l’inverno 2021/2022 facendo il possibile per cercare di contrastare l’azione del governo Draghi che voleva distruggere le imprese balneari e non vorremmo più ritrovarci in questa situazione. Ma ora non ci sono più scuse: il nuovo governo è composto da forze politiche che hanno espresso una posizione chiara a favore della salvezza delle imprese balneari italiane e l’impegno dovrà essere mantenuto. Secondo Assobalneari Italia–Federturismo Confindustria, per risolvere la questione delle concessioni si deve partire e sostenere il “documento Condinanzi”, ovvero l’unica risposta ufficiale, ben articolata e motivata con elementi giuridici oggettivi, precisi e contestabili solo da chi è in malafede, fornita dal governo Conte su richiesta della Commissione europea che aveva inviato una lettera di messa in mora. Questo è lo strumento che chi tratterà la nostra questione per conto del governo deve studiare come l’Ave Maria. Infatti si tratta di un documento ufficiale dello Stato, che contiene tutte le argomentazioni utili a dimostrare che le concessioni balneari non rientrano nella direttiva Bolkestein: perché sono beni e non servizi, perché la risorsa non è scarsa, perché non sussiste l’interesse transfrontaliero. Riteniamo che il nuovo governo non debba fare altro che prendere le posizioni contenute nel “documento Condinanzi” e sostenerle in qualsiasi trattativa con l’Unione europea in materia di spiagge. Nel fare questo, occorrerà l’appoggio degli europarlamentari che conoscono molto bene la nostra questione (come Carlo Fidanza di Fratelli d’Italia, Marco Campomenosi della Lega e Salvatore De Meo di Forza Italia), nonché dei nuovi deputati e senatori che, nel corso delle loro precedenti esperienze amministrative locali, hanno sempre sostenuto le istanze dei balneari (per esempio Elisa Montemagni, eletta per la Lega in Toscana) e infine di tutti quegli storici esponenti politici che sono sempre stati al nostro fianco e continueranno a esserlo (i vicepresidenti del Senato Maurizio Gasparri e Gian Marco Centinaio, il ministro del turismo Daniela Santanché, i deputati Deborah Bergamini e Riccardo Zucconi, il senatore Antonio Iannone). Non abbiamo dubbio che tutti questi parlamentari riusciranno a essere incisivi per portare avanti le nostre istanze nei confronti della neo presidente del consiglio, che d’altronde già conosce molto bene la nostra vicenda. Ritengo perciò che oggi ci siano tutti i presupposti per chiedere e ottenere una soluzione definitiva che escluda le attuali concessioni balneari dall’applicazione delle gare pubbliche. Come associazione di categoria, il nostro impegno sarà quello di dare il più ampio supporto tecnico possibile a chi dovrà occuparsi di questo problema. Abbiamo già visto che il nuovo governo non ha nemmeno fatto in tempo a insediarsi, che è già partita la campagna di pressione mediatica contro la nostra categoria, con alcune testate giornalistiche che hanno dato notizia di una misteriosa lettera con cui la Commissione europea avrebbe espresso le sue critiche ad alcuni presunti favoritismi ai balneari contenuti nella legge sulla concorrenza, e che hanno attaccato il ministro Santanché accusandola di conflitto di interessi. È ormai evidente che ci sono alcuni poteri forti che lavorano nell’ombra e che hanno importanti amicizie tra i media e tra i politici. Si tratta di grandi gruppi multinazionali stranieri che vogliono venire in Italia per impadronirsi delle spiagge italiane, e non lo permetteremo». Intervento pubblicato a sua firma sul portale specializzato Mondobalneare.com.

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