Invece di andare avanti, sembra si vada indietro. Dal 4 maggio a ieri, nel giro di appena 12 giorni, paiono irrigidirsi le posizioni al tavolo regionale sulla vertenza Vibac. Dopo il mancato accordo dello scorso 20 aprile, secondo passaggio formale della vertenza Vibac alla Regione Molise. Incontro a cui ha preso parte ancora una volta l’assessore regionale Quintino Pallante, delegato dal governatore Donato Toma (la delega era stata lasciata vacante dalla dimissionaria Filomena Calenda). Ricordiamo come nel braccio di ferro ballino decine e decine di posti di lavoro. Lo scorso 27 febbraio l’azienda annunciò 126 esuberi su 142, quindi in una rimodulazione dell’offerta, diciamo così, la proprietà scese a 62, sempre dichiarati irricevibili dalle parti sociali. Ieri mattina alle 10 nuovo confronto, nel parlamentino di Palazzo Vitale. Alla società era stato chiesto di entrare nel merito del piano dettagliato, ma ciò non è avvenuto. Dalle informazioni che ci ha trasmesso Giuseppe Tarantino, della Filctem-Cgil Molise, «L’incontro è stato riaggiornato al 30 maggio perché l’azienda si è presentata sprovvista di un piano industriale dettagliato e deve fare delle verifiche per l’investimento. Al momento non c’è stato nessun passo in avanti rispetto ai precedenti incontri se non l’ulteriore verifica per l’investimento e l’utilizzo della cassa integrazione con la riduzione dei licenziamenti. La scadenza della Cassa integrazione straordinaria del 9 luglio si sta avvicinando e la strada per la soluzione della vertenza è in salita». Il segretario regionale della Uiltec, Carlo Scarati, ha ribadito come «Attendevamo che l’azienda portasse il piano industriale per dar corso a quello che era un ragionamento di chiave prospettica, invece, inspiegabilmente è venuto a dirci che noi dobbiamo dare dei soldi e poi vedrà lui il da farsi. Una giornata triste per le relazioni sindacali, per il pensiero di imprenditoria predatoria che viene dalle nostre parti. Devo dare atto all’assessore che ha messo tutte le carte in campo, infatti il tavolo è stato aperto e ci siamo riaggiornati al 30 del mese, proprio per la volontà di tutti quanti di darsi un bel pizzicotto sulla pancia. Le organizzazioni sindacali nazionali che erano in collegamento da remoto hanno manifestato in modo palese il diniego a un tipo di proposta di questo genere. Noi in settimana contatteremo il Ministero per capire se ci sono gli estremi per una cassa integrazione di transizione. Ai lavoratori oggi ho poche parole da dire: tenetevi compatti, insieme al gruppo sindacale ce la metteremo tutta. Loro ancora oggi ci chiedono 62 persone di esubero e questo è un tracollo non da poco però dobbiamo capire come saranno queste 80 persone che rimarranno. Se dovessimo firmare con queste 80 persone questo significherà che è una ripartenza della Vibac con la possibilità di reimpiegarle le persone. abbiamo fatto un accordo verbale con l’assessore di una prospettiva dove queste 62 persone che dovranno fare un percorso formativo con possibilità di reimpiego in un nucleo industriale che da qui a 5 anni scoppierà come lavoro». A riferirne l’esito anche Massimiliano Recinella, della Femca-Cisl: «A Palazzo Vitale si è tenuto un importante incontro sulla vertenza Vibac. Difficile fare un bilancio della riunione, a tratti ci è parso che, invece di fare un passo in avanti, c’è stata una retromarcia aziendale. Rispetto all’ultimo incontro, dove la Vibac aveva, comunque, migliorato le prospettive dello stabilimento di Termoli, seppure non soddisfacenti rispetto agli auspici sindacali, aveva comunque dimezzato il numero degli esuberi da 126 unità a 62. Ci saremmo aspettati un piano industriale e aziendale con un miglioramento delle condizioni legate all’occupazione complessiva del sito di Termoli. Tutto ciò non solo non è avvenuto ma questo osteggiamento della Vibac può compromettere il viatico per avere delle situazioni economiche e finanziarie più favorevoli per la messa in sicurezza della stabilità dello stabilimento di Termoli. L’azienda conferma quelli che sono gli investimenti già annunciati sull’efficientamento energetico dello stabilimento con l’attuazione della transizione occupazionale. I tempi, però, sono molto stretti per l’attuazione del progetto, quindi, ci siamo dati un nuovo appuntamento al prossimo 30 maggio. Forti dell’appoggio dell’assessorato abbiamo fatto, per l’ennesima volta, capire all’azienda che è necessario un impegno maggiore».

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