“Creiamo un polo di eccellenza Covid a Larino”. E’ questa la volontà trasversale che ormai mette d’accordo tutti (o quasi) in Molise.
Enorme, davvero, la partecipazione di amministratori e non solo del basso Molise all’incontro di ieri mattina organizzato nell’ex seminario vescovile, in piazza Sant’Antonio, a Termoli. Quella che in origine doveva essere una conferenza stampa, è stata trasferita all’esterno, in una vera assemblea territoriali, con Famiano Crucianelli moderatore, don Antonio Di Lalla (La Fonte) organizzatore, assieme al vescovo Gianfranco De Luca e ai sindaci di Larino e Termoli, Giuseppe Puchetti e Francesco Roberti. Intervenuti anche Vittorio Nola, Michele Iorio, Vittorino Facciolla e Giuseppe Astore. Presenti decine di sindaci e amministratori del basso Molise, oltre ai consiglieri regionali Manzo e Fontana, oltre all’ex Governatore Giovanni Di Stasi. L’ospedale di Larino deve essere inserito nella rete nazionale dei centri Covid. Su questa posizione c’è stata la totale condivisione dei sindaci presenti, dei consiglieri regionali di maggioranza e minoranza, e delle associazioni intervenute. Sull’obiettivo, non di parte, è stato chiesto l’impegno formale e sostanziale del presidente della regione, del consiglio regionale e dell’intera comunità molisana. Questo perché le caratteristiche tecniche e strutturali dell’ospedale di Larino, la posizione geografica, la complementarietà con l’ospedale di Termoli e le stesse esigenze della sanità molisana ne fanno la scelta ideale.Tutti d’accordo, amministratori locali e prelati, nel proporre alla Regione Molise di chiedere al Governo di destinare una parte dei fondi nazionali, e di quelli che arriveranno dall’Europa, per potenziare i piccoli ospedali territoriali locali. Possono diventare dei veri e propri centri di eccellenza, sia per la ricerca che per la cura dei pazienti infettivi e non solo,” è la formula che è emersa dalla conferenza stampa, che si è tenuta sabato 6 giugno, nell’ex seminario vescovile, in piazza Sant’Antonio a Termoli. L’ospedale di Larino si trova in una posizione territoriale strategica e in quanto tale, se adeguatamente modernizzato e inserito nella rete nazionale dei Centri Covid, potrebbe diventare un polo di eccellenza sanitaria, dedicato sia alla ricerca che alla cura dei pazienti, non solo per la Regione Molise ma anche per quelle limitrofe. Gli amministratori locali intervenuti alla conferenza stampa, che è stata trasferita nel cortile esterno del seminario trasformandosi in una vera e propria assemblea territoriale, hanno parlato delle criticità emerse, a seguito della pandemia di Covid-19, su tutte le strutture sanitarie nazionali. «Le crisi possono diventare un’opportunità», ha affermato Famiano Crucianelli, moderatore dell’assemblea, mettendo in rilievo il fatto che per troppo tempo i piccoli ospedali, soprattutto del Mezzogiorno, sono stati smembrati e accorpati tra di loro, creando grossi disagi sia ai pazienti e che agli addetti sanitari. Le opportunità che vedono gli amministratori locali e il vescovo sono quelle di un cambio di rotta nella politica colpevole, a loro giudizio, di non aver adeguatamente tutelato i bisogni dei cittadini, soprattutto in tema di salute. Gli ospedali locali, come quello di Larino, devono perciò rinascere e dotarsi di strumenti all’avanguardia per far fronte non solo alla pandemia di Covid-19 ma anche a tutte le altre malattie che affliggono i cittadini molisani.
La crisi sanitaria mondiale ha messo a dura prova persino strutture sanitarie all’avanguardia come quelle lombarde; lo Stato ha quindi ora la grande occasione di dare finalmente avvio a quella riforma sanitaria che già si prospettava nel 1979 e che è stata finora disattesa. La mobilitazione di fondi sia statali che europei dovrà quindi essere destinata non solo a risolvere il problema immediato del Covid, ma soprattutto a programmare delle strutture sanitarie che siano adeguate alle reali esigenze dei cittadini e in grado di affrontare crisi sanitarie come quelle che hanno colpito così ferocemente il territorio italiano.

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