Due positivi tra i ragazzi rientrati dalla Grecia anche a Termoli, che così dopo molto tempo non è più Covid free. Tra i primi a non essere contenti, immaginiamo, sono gli operatori sanitari, che a fatica sono usciti dalla bolla della pandemia primaverile, quella virulenta. «Stiamo facendo proprio nel basso Molise circa 100 tamponi al giorno proprio su chi torna da Grecia, Spagna, Olanda, Inghilterra, e addirittura Malta considerata zona rossa», ci riferisce una organizzatrice dei servizi di screening sul coronavirus. Lo stesso direttore generale Oreste Florenzano ha ribadito come sia necessario sempre far riferimento al proprio medico di famiglia. Ma c’è chi è deluso da questa risposta della sanità pubblica sui focolai di vacanzieri di ritorno dall’Egeo e non solo. Una testimonianza diretta, nelle settimane estive in cui l’insidia del Covid-19 s’incunea nella movida e nelle vacanze. «Volevo esprimere tutto il mio disappunto sulla gestione dell’emergenza Covid-19 in tutto il territorio nazionale, in particolare nella nostra regione, nello specifico il bacino di appartenenza di Termoli. Mio figlio è rientrato il 14 agosto dalla Grecia, si è autodenunciato chiamando i numeri verdi della regione Molise, risultati disattivati, ha inviato tre mail agli organi di competenza e ricevendo come risposta, l’ordinanza del Ministero. Non sapendo come fare, mi sono dovuta rivolgere al mio medico di famiglia, il quale ha dovuto inviare una mail alla Asrem, per richiedere il tampone “obbligatorio”, nonostante, questa volta, non fosse di sua competenza, poiché la circolare del Ministero informava che questo ultimo, per chi rientrava dai paesi citati nella circolare stessa, doveva essere effettuato al più presto senza alcuna richiesta del medico di famiglia, in quanto c’era l’autodenuncia del paziente. Bene, a ieri, 18 agosto mio figlio in isolamento a casa, ancora non viene contattato dall’ufficio igiene di Termoli. Viva l’Italia, viva il nostro sistema sanitario che fa acqua da tutte le parti…!»

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