Non solo shopping natalizio, ma veri e propri assembramenti. Brutto dirlo, ma è così e le immagini a corredo dell’articolo sono inequivocabili. «E poi si chiedono perché il Governo fa le regole». E’ lo sfogo che abbiamo raccolto nel weekend, dopo che il Corso nazionale, ancora una volta, si è affollato probabilmente oltre i limiti consentibili dalle attuali norme anti-Covid. La stretta imposta dall’esecutivo di Palazzo Chigi col Decreto Natale trae origine proprio da questi comportamenti, messi in pratica come se nulla fosse accaduto, con o senza mascherina, intendiamoci. Un conto è uscire per necessità, per recarsi nelle attività commerciali o sbrigare commissioni, un conto è l’arte dello struscio e dell’aggregazione, verso cui non c’è stato mica il “tana libera tutti”. Ricordiamo anche come in Molise da due mercoledì fa è in vigore una restrizione ulteriore imposta dall’ordinanza del Governatore Toma, ma che in pratica non rispetta quasi nessuno. L’auspicio è che la condizione di quasi clausura forzata nelle festività natalizie imponga una severa e più profonda riflessione su chi crede di sconfiggere il coronavirus in modo sfrontato. Per il resto, oltre che appellarci al senso di responsabilità individuale, non possiamo far altro che auspicare maggiori controlli. Quella di oggi è stata la prima domenica di dicembre senza pioggia e maltempo e i risultati si sono visti.
Buon afflusso di gente, acquisti, un clima che faticosamente entrando in quello tipico natalizio.
Riscontro lo abbiamo chiesto a chi è pronto sempre ad accogliere e soddisfare la clientela. Perché stare dall’altra parte del banco non è uno scherzo. Specie oggi, dove devi contrastare anche la deriva delle compere online.
«Il tempo migliore di questi giorni ci sta sicuramente aiutando – ha riferito il portavoce degli esercenti e fondatore del comitato locale, Maurizio Giamberardino, ormai nostro consueto punto di riferimento – si è visto un giro di persone più ampio, ma ci stiamo avvicinando al Natale ed è anche normale che fosse così».
A Maurizio abbiamo anche chiesto quale impatto abbia avuto la misura del cashback.
«Dopo un primo entusiasmo iniziale, questo stimolo pare essersi già smarrito. Non se ne parla più nemmeno coi clienti. Chi l’ha attivato lo sa, ma senza darlo a vedere. Ma non può essere di certo questo meccanismo che possa favorire gli acquisti. E’ una leva che va incontro a chi i soldi li ha, come spendere 1.500 euro in tre settimane. Paradossalmente, chi è più in difficoltà è quello che viene aiutato di meno. Comunque, ribadisco, più gente si vede, così come si stanno facendo anche i regali, anche se rispetto al passato con maggiore accortezza e volumi minori dell’era pre-pandemica, ma è logico che accada questo. Come ho già avuto modo di asserire già ieri, ribadisco, chi ci premia sono i clienti storici e fidelizzati, i nostri amici che non mancano, ma persone diverse e potenziali acquirenti che potessero provenire da fuori no, ed è questa componente che fa fare la differenza e un salto di qualità al volume d’affari complessivo. Speriamo in un’accelerata nei prossimi giorni. Se ci sarà la corsa agli acquisti dell’ultimo minuto. Anche se con l’estensione degli orari che abbiamo deciso si spera in un flusso ordinato e costante. Sicuramente, quella odierna, è stata la migliore domenica fin qui del periodo prefestivo, come detto prima per le condizioni climatiche e l’avvicinamento al Natale».

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