Partita la richiesta ufficiale di Dad facoltativa dal gruppo delle donne e mamme che hanno aderito a questa battaglia, promossa dalla domenica dopo Pasqua. Giorno dopo giorno, si è ampliata, dunque, quella cordata trasversale di genitori che vogliono tutelare sì il diritto all’istruzione per i figli, soprattutto però garantire loro le migliori condizioni. Rischio contagi, obblighi vari e percorsi relativi ai momenti di refezione e ricreazione stanno facendo lievitare posizioni diverse rispetto alla presenza in classe, accomunate dalla volontà di richiedere fermamente l’opzione di una didattica a distanza alternativa e facoltativa. In prima linea l’estetista di Campomarino (ma residente a Termoli) Carmela Marini, che per tutelare la sua famiglia ha persino rinunciato per il momento alla sua attività, per questo vorrebbe che venisse data la possibilità di esercitare la Dad come opzione a chi non è tranquillo nell’affrontare in presenza l’ultimo scorcio dell’anno scolastico. A dare man forte alla loro battaglia la ferrea difesa di questo provvedimento adottato in Puglia da parte del Governatore Michele Emiliano, che ieri ha blindato le ragioni dell’ordinanza nella trasmissione ‘Coffee Break’ su La7. Lo stesso presidente, nei giorni scorsi, ha annunciato che potrebbe prorogare il sistema della libertà di scelta dei genitori circa la didattica in presenza o a distanza fino al 15 maggio, anche se la Puglia, come è probabile, da lunedì dovesse tornare dalla zona rossa alla zona arancione. «Nessuno – ha aggiunto – può essere obbligato ad andare a scuola. Questo è il principio fondamentale. Il diritto alla salute prevale su qualunque altra cosa, soprattutto se esiste un mezzo a distanza (per la didattica ndr). Dopo di che – ha chiarito Emiliano – se si raggiunge il 60%, come è molto probabile, e di solito si raggiunge, non c’è nessun problema. Altrimenti vedremo se ci sono dei volontari. Noi abbiamo un sistema – ha sottolineato Emiliano – che, se fosse stato adottato in tutta Italia, avrebbe evitato tuti i conflitti. Chi ritiene di avere bisogno della didattica in presenza, e quindi di avere desiderio di andare a scuola, può farlo. Chi, invece, esercitando un diritto costituzionale inalienabile durante una dichiarazione di stato di emergenza, vuol rimanere a casa e ha la possibilità di avere la Dad, deve poterla avere e nessuno gliela può negare o obbligarlo ad andare a scuola. Nessuno può essere obbligato a rimanere a scuola durante un terremoto e neanche durante una pandemia. Questo sistema ha funzionato benissimo – ha affermato – devo dire con la collaborazione degli insegnanti che si sono sottoposti a uno stress notevole perché dover gestire, in parte a casa e in parte in presenza, i ragazzi non è stato facile ma si è creato un ottimo clima. C’è una valanga di gente che si trova bene con la didattica a distanza, direi la stragrande maggioranza ma esiste anche la possibilità per chi vuole di andare in presenza, naturalmente per quello che si può fare in classe. Le nostre scuole sono piccole anguste, piene di problematiche». Un conciliabolo tra istituzioni e genitori, peraltro, è stato attivato anche a Chieti, dove due mattine fa i rappresentanti dei genitori che animano il Comitato cittadino Sì Dad e le dirigenti dei comprensivi scolastici cittadini hanno incontrato l’Amministrazione, su istanza del comitato, sul tema dell’opzione della didattica a distanza finché dura la pandemia. Le mamme Dad del Molise hanno indirizzato la Pec a Toma, ai vertici Asrem, alla struttura commissariale, in prefettura e anche al garante dei minori, nonché per conoscenza ai sindaci di riferimento delle aderenti. «Il rientro a scuola ha suscitato grande preoccupazione, per questo, in nome e per conto di tante madri e altrettante famiglie della costa molisana e non solo, tra cui alcune che hanno sottoscritto questo appello, rivolgiamo una istanza agli organi e alle autorità competenti in indirizzo, nonché ad altri soggetti istituzionali per conoscenza, affinché si possa considerare l’alternativa della Dad facoltativa a distanza. La riapertura della scuola in presenza è per tante famiglie l’ennesimo tentativo di insabbiare i problemi mettendo a rischio ulteriore la vita di noi cittadini. Tante mamme come la sottoscritta hanno la possibilità e la volontà di proseguire e terminare questo percorso didattico richiedendo la possibilità di scegliere la Didattica a distanza (Dad). Siamo famiglie, genitori che non chiedono altro che poter svolgere il proprio compito: preservare la salute dei propri figli e garantirgli un’istruzione adeguata, null’altro. La campagna vaccinale per noi genitori continua a rimanere un miraggio ancora lontano: i numeri dei contagi, ricoveri e decessi è chiaro. Chiediamo la possibilità di scelta, come il presidente Michele Emiliano ha fatto per la sua Puglia, e come altri territori stanno chiedendo. Nell’attesa di un riscontro quanto più tempestivo possibile e fiduciosi di un accoglimento della presente, si porgono i migliori saluti», il contenuto della missiva, a firmarla una quarantina di donne.

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