Si è riunito ieri il direttivo Fim-Cisl del Molise e ovviamente la discussione si è annodata essenzialmente sulla questione Stellantis. Ma diversamente dal solito, il dibattito a cui hanno contribuito Riccardo Mascolo, segretario regionale della Fim-Cisl in Molise, Marco Laviano, capodelegazione nel consiglio di fabbrica, e Gianni Notaro, leader della Cisl in Molise, oltre a dirigenti e Rsa nello stabilimento di Rivolta del Re, si è concluso con un documento da inviare a sindaco e presidente della Provincia Francesco Roberti, al Governatore Toma, nonché a tutti i consiglieri regionali e alla delegazione parlamentare.
Vera e propria lettera aperta che pone in rilievo tutti i dubbi, le perplessità e le preoccupazioni per il nuovo corso Fca, quello post fusione, anche alla luce delle prime effettive scelte compiute dal Ceo Tavares, certo non orientate all’italianità.
«In data 28 aprile si è riunita la dirigenza della Fim-Cisl Molise, con la partecipazione del segretario generale della Cisl Abruzzo Molise Gianni Notaro. La necessità della riunione odierna è scaturita dagli ultimi eventi successi nel settore dell’automotive. Infatti dall’ultimo incontro tenutosi il 15 aprile tra le segreterie nazionali di categoria e la dirigenza nazionale di Stellantis, con la presenza dell’Amministratore delegato Carlos Tavares, si è appreso che a seguito delle visite fatte precedentemente negli stabilimenti Italiani, diventa necessario rivedere una politica sui piani industriali futuri del Gruppo. Come Fim-Cisl abbiamo ribadito che vigileremo con determinazione in merito alle scelte future aziendali, soprattutto per quanto riguarda l’occupazione e la salvaguardia dei siti Italiani. La politica che giustamente l’azienda vuole attuare per essere competitivi razionalizzando i costi, ottimizzare gli sprechi e aumentare l’efficienza, non può certamente impoverire le competenze professionali, le tecnologie di sviluppo e di ricerca.
Non possiamo dimenticare i sacrifici fatti dai lavoratori nel decennio passato, perché è grazie alla loro determinazione e consapevolezza che hanno dato un futuro allo stabilimento Molisano e ai loro figli. Archiviando l’attuale piano industriale (2019-2022) con il compimento degli investimenti di 5,5 miliardi, (e lo stabilimento di Termoli ne è coinvolto appieno), siamo comunque preoccupati per il futuro della nostra realtà in merito ad un ricorso sempre più consistente della Cassa integrazione ordinaria, e, soprattutto per il ritardo del lancio del nuovo motore Gse. La Fim, recependo tali preoccupazioni provenienti dal territorio, ritiene che oggi sia necessario un coinvolgimento delle parti sociali, della Politica e delle Istituzioni Regionali affinché insieme si possa condividere un percorso atto a salvaguardare la più grande realtà produttiva della Regione.
La Fim Cisl del Molise ribadisce che sia importante coinvolgere in questo percorso tutto il consiglio di fabbrica dello stabilimento di Termoli, perché il futuro è di tutti e tutti devono essere partecipi».

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