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Il fiume che scorre limpido e regolare nel suo letto in località Piano Seminario. Da un lato, proprio il lato del famigerato collettore di scarico, arriva però un’onda marrone scuro, come è ben visibile in una delle foto allegate al fascicolo processuale. Sarà stata quella la causa della morìa di pesci accertata dal Corpo forestale dello Stato nel 2013? Pare di no. Anzi, no di sicuro considerato che il Tribunale di Isernia ha sentenziato che “il fatto non sussiste”. Nei giorni scorsi (28 giugno), infatti, come riportato da Primo Piano Molise la giudice ha assolto l’ingegnere responsabile della gestione del depuratore del Consorzio per lo sviluppo industriale di Isernia-Venafro. In attesa di conoscere le motivazioni della sentenza e se, eventualmente, la Procura farà appello, gli ambientalisti della Piana di Venafro iniziano a muoversi: l’intenzione è di sollecitare l’Unione europea ad intervenire. Insomma, si fa sul serio. Il fronte è doppio. Da una parte c’è la contestazione dell’inquinamento del fiume Volturno nel periodo in cui il collettore di scarico fu messo in funzione per prova-collaudo; e dall’altra parte perché l’opera interessa anche una zona Sic, teoricamente quindi tutelata.

L’imputato, assistito dall’avvocata Claudia Santilli, per la precisione è stato assolto con formula piena per tutti i reati di cui era stato accusato: “Distruzione o deturpamento di bellezze naturali”, “danneggiamento ambientale” e violazione del decreto legislativo numero 152/06 “Norme in materia ambientale”.

Quale conseguenza delle decisioni della giustizia, a breve il collettore di scarico verrà dissequestrato. Su tutte le furie e pronti a tutto sono in prima fila gli esponenti del Wwf molisano. Ma non solo. Il direttore dell’Oasi Le Mortine  (Sito di interesse comunitario-Zona a protezione speciale) di Venafro-Capriati, Mario Caniglia, tra i principali oppositori del collettore di scarico progettato in quel modo, appresa da Primo Piano Molise la notizia dell’assoluzione dell’imputato ha anticipato che si provvederà anche a chiedere l’accesso agli atti poiché a distanza di quasi dieci anni dall’avvio dell’opera, risulterebbe che la Regione Molise non sia ancora in possesso di tutti i pareri favorevoli. Per conferma, però, gli ambientalisti stanno per presentare l’istanza. Del procedimento se n’è occupata anche l’Anticorruzione, sostenendo, tra le altre cose, che la Regione Campania (interessata per via del fatto che l’Oasi Le Mortine ricade in territorio di Venafro e Capriati) aveva espresso parere negativo.

Nello specifico, si legge: “In data 15 gennaio 2008, al fine di ottenere i pareri e le autorizzazioni da parte degli enti interessati, veniva indetta dal responsabile dello Sportello Unico dell’edilizia del Comune di Pozzilli, una Conferenza dei Servizi nell’ambito della quale veniva rilevata l’esigenza dell’ottenimento del parere della Commissione Via della regione Campania. La Commissione Via della Regione Campania esprimeva il proprio parere negativo in data 10 febbraio 2010 con nota protocollo 2010.0118116, ovvero circa tre anni dopo la richiesta”.

A quanto pare, i pesci morirono per un batterio. E’ stato un fatto dunque casuale che la morìa dei pesci sia avvenuta in concomitanza con le prove di scarico e quando, dai forestali comandati dall’ispettore Antonio De Caprio, venne accertata la presenza di sostanze tossiche quali cadmio ed arsenico in quel tratto di fiume.

Tra le altre cose, dall’epoca dei fatti ad oggi il fiume avrebbe mutato percorso in quel tratto e quindi nei pressi del collettore non ci sarebbe più acqua. Insomma, la matassa è piuttosto ingarbugliata malgrado “il fatto non sussiste” come statuito dal Tribunale di Isernia. Insomma, quella del collettore appare una storia ancora tutta da scrivere.

(su Primo Piano Molise di oggi in edicola)

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