sciopero masserie la corte 5

«Non permetteremo che i nostri figli vengano ammassati in uno stesso ambiente come bestie sui carri, in una situazione di promiscuità assurda specialmente nell’epoca della Scuola 2.0, dove altrove in aula ci sono le lavagne multimediali mentre qui non ci sono nemmeno le finestre e l’acqua calda». E’ forte il grido dei genitori dei bambini di asilo, elementari e medie costretti a frequentare tutti insieme l’edificio di Masserie La Corte. La decisione – finora irremovibile – del sindaco Franco Rossi è duramente contestata dalle mamme che ieri hanno inscenato una clamorosa protesta durata per tutta la mattinata: «Non facciamo entrare i nostri figli», hanno gridato. Se prima la polemica e le critiche arrivavano solo dai genitori dell’asilo di Roccaravindola, ora al coro si sono uniti pure quelli delle elementari. Mettere insieme bambini di 3 anni con bambini di 6/7 ed oltre è chiaramente una forzatura, che però il sindaco ha deciso di attuare malgrado l’alternativa a costo zero e comfortevole dell’asilo offerto dal Comune di Monteroduni che sia le mamme che la dirigente scolastica Carmela Concilio avrebbe preferito.
Per tutta la giornata di ieri nel plesso scolastico è stata una “processione” di sopralluoghi. Prima la Asrem, poi i Vigili del fuoco – alla presenza della Polizia municipale e dei Carabinieri di Montaquila – hanno rilevato alcune anomalie le quali, tuttavia, non intaccherebbero la sicurezza e l’agibilità del plesso. Insomma, per le istituzioni preposte, con piccole migliorie la scuola può ospitare tutti gli indirizzi previsti.
Per il momento, però, non potranno essere presenti nell’edificio più di 100 unità (tra bambini, docenti e personale) contemporaneamente. Ciò – è evidente considerato che la quota è superata dall’arrivo dell’Infanzia della frazione – comporterà l’attivazione dei doppi turni. Questo è quanto è emerso a seguito di un secondo sopralluogo, svolto nel pomeriggio, che ha visto in prima linea direttamente il comandante provinciale dei Vigili del fuoco, Luigi Giudice. Stando a quanto si è potuto apprendere, l’impianto idrico antincendio è sì esistente ma non è funzionante. Pertanto, a norma di legge, il plesso deve essere “declassato” da «1» a «0».

 

(l’articolo completo su Primo Piano Molise di oggi in edicola)

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