“Sigilli” al depuratore industriale di Pozzilli. Ieri i Carabinieri e i Carabinieri forestali di Venafro hanno quindi provveduto a sequestrare l’impianto di trattamento dei rifiuti liquidi pericolosi e non. L’operazione cautelare è stata ordinata dalla Procura della Repubblica di Isernia che ha dato esecuzione al decreto di sequestro preventivo, richiesto dal procuratore Carlo Fucci, ottenuto dal Gip.
Come spiegato dalla Compagnia dei Carabinieri di Venafro, «il provvedimento si è ritenuto necessario, alla luce dell’acquisizione di elementi di reati in materia di inquinamento ambientale, al fine di interrompere il procrastinarsi delle condotte inquinanti, nonché all’ulteriore fine di effettuare altri accertamenti tecnici relativi e conseguenziali, per cristallizzare la entità e la natura dell’inquinamento in atto e le relative responsabilità penali».
La stessa Arma ha sottolineato dunque la «rilevanza pubblica della questione ambientale della Piana di Venafro già oggetto di numerose denunzie ed esposti da parte di comitati di cittadini». Ed è proprio da una segnalazione di cittadini – nonché della presidente dello stesso Consorzio – che è partita tutta l’inchiesta. Era il 12 maggio: in località Starza, nelle vicinanze di Pietrabianca, degli escursionisti notarono acqua di colore scuro, praticamente nera, e un miasma insopportabile. Sul posto subito si recarono i forestali con il comandante Antonio De Caprio che già in passato avevano indagato la stessa zona e per le stesse motivazioni.
Successivamente, però, la magistratura non riuscì a procedere fino all’individuazione di eventuali responsabili di sversamenti evidentemente anomali. La speranza è che questa volta il finale possa essere diverso, pure perché per tutta l’estate gli abitanti del Venafrano hanno lamentato odori nauseabondi provenire proprio dal depuratore nonché diverse sono state le segnalazioni di “problemi” tanto al fiume Volturno quanto al torrente Rava. In questa occasione l’auspicio è che davvero si possa arrivare a mettere nero su bianco i nomi dei responsabili anche in virtù del fatto che c’è il diretto intervento pure della presidente del Consorzio per lo sviluppo industriale Stefania Passarelli che il 6 settembre scorso ha presentato una apposita istanza in Procura.
«Viva soddisfazione» è stata quindi espressa dalla Passarelli. «Per l’interesse pubblicistico alla salvaguardia della salute dei cittadini e dell’ambiente il Consorzio, con plurime comunicazioni prima e con apposita denuncia del 6 settembre 2018 abbiamo documentato all’autorità penale fatti di reato e chiesto il sequestro preventivo dell’impianto di depurazione ancora in gestione al concessionario al quale a giugno di quest’anno anche per le plurime violazioni alle prescrizioni imposte dall’Autorizzazione integrata ambientale (Aia) e per il superamento dei limiti tabellari allo scarico, superamento accertato dall’Arpa Molise, è stato risolto il contratto, e che da allora si è rifiutato di riconsegnarlo – scrive in una nota il vertice del Consorzio -. È questo un primo ed immediato risultato che sarà di certo seguito da altri ancor più significativi nell’interesse ed a tutela dell’intera collettività».
Sul caso ieri è intervnuto anche l’ex sindaco di Venafro Antonio Sorbo: «È arrivato il momento di vederci chiaro. E speriamo di trovare risposte alle tre denunce che ho presentato nel 2006 (come consigliere comunale), nel 2015 e nel 2018 (come sindaco) per l’inquinamento del torrente Rava, denunce rimaste fino ad oggi senza risposta».
Insomma, grazie anche al grande interesse manifestato dall’opinione pubblica, questa volta si attendono sviluppi concreti. E non è escluso che nelle prossime ore possano giungere ulteriori atti dalla Procura della Repubblica di Isernia.

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