venafro consiglio comunale 1 settembre 2015

Sul (mancato) taglio alle indennità di sindaco e assessori del Comune di Venafro è fuoco di fila da parte delle minoranze. Alfonso Cantone di “Venafro che vorrei” ed Anna Ferreri e Giovanna Capassa del gruppo Misto hanno lanciato pesanti invettive contro gli amministratori.

Tutti hanno evidenziato la spaccatura nella maggioranza: al momento del voto sulla mozione presentata dalle opposizioni, infatti, solo 6 (tutta la giunta più il consigliere Dario Ottaviano) si sono espressi contro la decurtazione del 30%. In tre si sono astenuti – oltre al capogruppo Marcello Cuzzone che aveva lanciato l’idea di una rinuncia parziale alle indennità anche Sergio Petrecca e Pasquale Barile – altri tre hanno abbandonato l’aula prima del voto (Stefania Di Clemente, Jessica Iannacone e Carmen Natale). A conti fatti, dunque, solo i quattro esponenti delle minoranze (orfani di Elena Bianchi e Carmen Natale) hanno votato sì alla mozione. Ovviamente, oggi dai banchi del Misto e di “Venafro che vorrei” sono piovute critiche feroci. Cantone ha espressamente chiesto le dimissioni di Cuzzone. La Ferreri ha accusato l’esecutivo e l’amministrazione di pensare praticamente ormai solo alle poltrone. La Capasso ha rimarcato come l’annunciato cambiamento è rimasto solo sulla carta, tanto che lei una volta entrata in Consiglio (a seguito delle dimissioni dell’ex assessore Elisabetta Cifelli) è passata subito nel gruppo Misto.

Il capogruppo di “Venafro che vorrei”, però, ne ha avuto per tutti. Dal vicesindaco Alfredo Ricci alla presidente del Consiglio comunale, Stefania Di Clemente, senza tralasciare Angelamaria Tommasone. Cantone ha bollato come squallido il litigio a fine Consiglio che si sarebbe consumato tra la Tommasone ed il consigliere Petrecca.

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