Il suo telefono è bollente. Il deputato pentastellato Antonio Federico rinvia però solo di un’ora la conversazione, segno che i 5 Stelle vogliono parlare. Mercoledì ci saranno le comunicazioni del premier Draghi, dimissionario. Il Capo dello Stato non ha accettato il passo indietro ‘parlamentarizzando’ la crisi. Le probabilità che rientri però sono al lumicino. A provocarla il mancato voto di fiducia, e le accuse pesanti, dei 5s sul decreto Aiuti. Dentro un impianto che parla dei temi cari al Movimento, spiega Federico, «miliardi per il sostegno agli italiani su più fronti, senza dirci nulla, spunta l’inceneritore a Roma. Non è affatto un capriccio il nostro. È come se avessimo inserito nella delega fiscale tanto cara a Salvini la patrimoniale». La verità, prosegue Federico che è anche delegato regionale di M5s, è che «ci vogliono tenerci fuori dal governo». Chi? «La Lega e Forza Italia lo hanno detto chiaramente, anche i centristi che mirano ai nostri posti al governo in un eventuale Draghi bis. Ma serve anche chiarezza nel rapporto con il Pd, bisogna recuperare l’afflato, l’intesa che ci ha tenuto insieme». Questo però non incide sul tavolo per le regionali, Federico ne è convinto. Il tavolo si è insediato e va avanti.
Una crisi in un momento così. Era il caso? Il parlamentare non si scompone. «Noi esistiamo e abbiamo una dignità politica. L’obiettivo non è mettere bandierine ma ottenere risposte sul caro bollette, sul sostegno alle fasce più deboli, per non parlare poi del Superbonus, dei temi energetici. Tutti questi sono i nostri temi e non possono essere smontati. Il governo Draghi è nato per il Pnrr e la campagna vaccinale contro il Covid. Poi è arrivata la guerra in Ucraina, ma molte cose fatte in questi mesi vanno oltre quelli che erano i presupposti».
Se l’esito nessuno può dirlo, anche perché è prevalentemente nelle mani di Draghi, l’auspicio per il deputato è chiaro: «Che il Parlamento e il governo, sia che nasca mercoledì sia che venga fuori da nuove elezioni, siano in grado di dare risposte agli italiani. Su questi temi non torniamo indietro».
Di avviso opposto l’europarlamentare di Forza Italia Aldo Patriciello che parla di «momento molto pericoloso». Ed elenca: la crisi dovuta alla guerra, la pandemia ancora in corso, i rincari e le difficoltà di approvvigionamento dell’energia, il cambiamento climatico «che stiamo vivendo sulla nostra pelle». Rinunciare a «una guida così autorevole come Draghi deve farci preoccupare». L’Ue è preoccupata, anche per i soldi del Pnrr da restituire. «Draghi – conclude – non serve solo all’Europa ma anche al nostro Paese».
Le dichiarazioni a margine di un confronto che si è svolto a Monteroduni. Insieme al presidente del Consiglio regionale Salvatore Micone, Patriciello ha incontrato i giovani. Non sono quindi mancate le domande sulle elezioni del 2023 per il rinnovo del vertice di Palazzo Vitale. Ma l’onorevole non è sceso nell’agone: «Mi occupo di Europa». Su liste e candidature, ha aggiunto, «non mi sembra il momento di parlarne con tutti i problemi che ci sono, in ogni caso io assisterò da spettatore».
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