Un anno fa, a inizio dicembre, i primi trattamenti trombolitici effettuati in Molise. La decisione dell’azienda sanitaria diretta da Gennaro Sosto, a supporto di una legittima aspirazione della Neurologia pubblica regionale, colmava un gap che proprio in quei giorni diventava evidente per la pubblicazione del report sull’ictus: il Molise era l’unica regione d’Italia a non somministrare una cura che salva la vita e le abilità.
Un anno dopo, un po’ in ritardo sul ruolino di marcia, la centralizzazione della stroke unit – reparto nevralgico nella cura dell’ictus – nell’ospedale regionale, a Campobasso. Scelta del programma operativo straordinario di Frattura, opzione strategica dell’atto aziendale dell’Asrem che per realizzare il reparto al Cardarelli chiese i fondi alla Regione. A ottobre 2018 la giunta Toma deliberò un finanziamento di 1.2 milioni di euro, a dicembre l’ex direttore Sosto approvò il progetto.
Da lunedì la stroke unit sarà dunque attiva al Cardarelli (e non più al Veneziale), diretta da Nicola Iorio, assicurando gli stessi criteri di accesso a tutti i molisani. La struttura, rispetto a Isernia – dove era attivata e dove in via transitoria era autorizzato il trattamento trombolitico – è baricentrica, assicura quindi tempestività ed equità nelle cure. Non solo. La centralizzazione dà contenuto alla definzione di Dea di I livello per le patologie tempo dipendenti che il piano 2015-2018, in base ai criteri del decreto Balduzzi assegna al Cardarelli.
La stroke sarà aperta al terzo piano, dove prima era situato il reparto di Geriatria. Sei i posti letto di Neurologia previsti, altrettanti per la stroke. Le attrezzature sono state già trasferite, fra le altre cose in questo anno l’Asrem ha acquistato letti ad hoc per il reparto. E, grazie alle assunzioni con la mobilità, il commissario dell’azienda Virginia Scafarto ha potuto assegnare all’unità un numero congruo di infermieri. Ci sarà un periodo di affiancamento col personale che già si occupava di stroke unit. Corollario della centralizzazione è la rete di telestroke, pure avviata dalla passata direzione aziendale, con l’acquisto di due robot per la diagnosi e la trombolisi a distanza.
Nessun rischio teorico, chiarisce la manager campana, al timone fino alla nomina del nuovo direttore generale, per il fatto che al Cardarelli si stanno eseguendo i lavori per posizionare la nuova risonanza magnetica. Fino a marzo ce n’è una mobile e per i casi di emergenza o di esame senza mezzo di contrasto c’è a supporto l’accordo con il Gemelli Molise. Ma per la stroke è essenziale la Tac, non la Rnm. E la Tac nell’ospedale di Tappino c’è ed è funzionante.
«Il Molise, con la popolazione che ha, non può avere una stroke in ognuno dei tre ospedali. La stroke, inoltre, non necessita solo di neurologi in virtù dell’alta specialità e dell’alta complessità delle sue prestazioni. Ecco perché la scelta di centralizzarla a Campobasso ha motivazioni tecniche», spiega a Primo Piano il commissario dell’Asrem.
«La scelta è stata fatta nel Pos. Per quanto mi riguarda non ho meriti- dice con grande onestà intellettuale Scafarto – Da quando sono arrivata ho forse accelerato un po’. Ma sto portando a compimento un percorso, su cui si sono stati investimenti, voluto da chi mi ha preceduto alla guida dell’azienda sanitaria».

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