Commissario della sanità in Molise: è fatta. Meglio, per onorare precedenti e scaramanzia: quasi fatta. Oggi è in agenda la definizione dell’iter al ministero della Salute, dove il futuro commissario è atteso anche per l’assenso finale.
La scelta del dicastero di Lungotevere Ripa, condivisa col Mef e con il presidente della Regione, è ricaduta su Flori Degrassi. Manager di lungo e impeccabile corso nel Lazio, dove per qualche anno ha diretto anche la struttura regionale della Salute e dove ha concluso da pochissimo la carriera da direttore generale dell’Asl Roma 2.
Il suo nome si è imposto dopo lo stop dell’Economia ad Annamaria Minicucci, ex dg del Santobono, e il no di Giovanni Bissoni (fino a maggio scorso capo della segreteria tecnica del ministro Speranza e in passato a capo dell’Agenas). Tutti profili di elevato livello per la successione ad Angelo Giustini che si è dimesso giovedì scorso, dopo l’indagine della procura di Campobasso che gli contesta omissione di atti e abuso d’ufficio. Proprio il profilo alto ha convinto il governatore Toma che, di rientro da Roma martedì dopo un confronto coi dicasteri Salute e Affari regionali, ha spiegato la sua posizione: la sua disponibilità e la sua idea secondo cui il commissario deve essere il presidente (o meglio lui ritiene fallimentare del tutto l’istituto del commissariamento) non saranno un ostacolo, a maggior ragione se il suo contributo servirà all’individuazione di un manager fuori dagli schemi che in Molise hanno creato danni in questi due anni.
Strada spianata così a Degrassi, a cui sarà affiancato – a meno di cambi dell’ultima ora – un sub proveniente dal Veneto. Anche Ida Grossi, nominata il 7 dicembre 2018 insieme a Giustini, si è dimessa martedì.
Molto stimata dal governo Zingaretti, Degrassi è rimasta coinvolta insieme allo stesso governatore dem e all’assessore alla Sanità D’Amato (e altre sei persone) nell’inchiesta, aperta dopo un esposto di Fdi, relativo alle nomine di dirigenti di Asl e ospedali laziali (la procedura risale al 2019). L’indagine, prorogata a gennaio, è alle battute finali: i pm devono ora scegliere se chiedere il rinvio a giudizio o l’archiviazione.
Un neo, l’unico che si trova in rete sulla manager di origini istriane (è nata a Capodistria nel 1951), che non sembra aver avuto alcun peso nella vicenda che sta (starebbe) per portarla al terzo piano di Via Genova.
Di più hanno inciso invece alcune sue riserve, le stesse avanzate anche da Bissoni, che forse si è arreso al primo tentativo mentre Degrassi ha insistito: riserve sulla struttura a supporto del commissario, sulla sua esiguità in particolare.
La dg avrebbe chiesto alla Salute, e quindi al Mef, di poter integrare i funzionari e i dirigenti della Regione Molise con profili orientati a quello che è il compito principale del commissario, garantire il rientro dal debito, e che le permettano la necessaria autonomia e libertà di azione. Se il Mef abbia detto sì non si sa ancora. Ma l’indiscrezione, accreditata e a conferma che siamo vicini alla nomina, è che stamane Degrassi sarà dal ministro Speranza.
Per domani, sempre secondo le voci capitoline, era in programma un Consiglio dei ministri. Potrebbe essere quello giusto.
rita iacobucci

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