Pronto soccorsi, postazioni del 118 e sale operatori: servizi nevralgici anche prima, fondamentali con l’emergenza Covid per assicurare il diritto alla salute.
Sono anche quelli in cui – denunciano tutti i sindacati del comparto sanità molisano – non c’è personale a sufficienza per coprire i turni h24. «A volte sembra di essere in un campo di battaglia dove nessuno può tirarsi indietro e chi è in servizio o reperibile dovrebbe fare miracoli». Con record di 3-400 ore di straordinario non retribuite e a centinaia di giorni di ferie non godute.
La denuncia è unanime, arriva da tutte le organizzazioni sindacali: Cgil, Cisl, Uil, Fials, Fsi e Nursing up hanno proclamato lo stato di agitazione del personale Asrem e auspicano che le istituzioni – Asrem, struttura commissariale e Regione – facciano quanto è necessario per scongiurare passi azioni più pesanti.
«In questo momento, l’ultima cosa che pensavamo di fare era questa. È stata una decisione profondamente meditata e ai cittadini diciamo che comunque il personale è sul fronte costantemente per assicurare l’assistenza», spiega a nome di tutti i colleghi segretari il responsabile della Fials Carmine Vasile. Il carico, sottolinea, «è insostenibile», al Cardarelli lo è «dall’inizio dell’emergenza», aggiunge. «E in questi mesi non è stato fatto nulla: dai posti letto ai rinforzi di personale, per finire alle promesse non mantenute, come quella fatta anche dal presidente della Regione di ristorare anche con incentivi il personale. Una promessa rimasta tale, la promessa del lupo all’agnello», ancora Vasile.
Nella nota indirizzata prima di tutti al prefetto di Campobasso (e ai vertici di Asrem, dg Salute, Regione e struttura commissariale), i sindacati elencano carenza «di strutture, di strumentazioni adeguate e di personale sanitario, tecnico ed amministrativo aggravata dalle assenze per infortunio sul lavoro, malattia, congedi straordinari e limitazioni varie» a cui l’Asrem fa fronte obbligando «il personale in servizio ad effettuare turni di servizio di 12 ore consecutive e dove non basta il turno ordinario si ricorre a turni straordinari di reperibilità introdotti all’occorrenza.
Medici, infermieri, ostetriche, oss, ausiliari, tecnici di radiologia e laboratorio, fisioterapisti e dietiste, autisti di ambulanza e personale amministrativo – concludono le sigle sindacali – «non possono più subire imposizioni di orari in contrasto con il contratto collettivo nazionale di lavoro lesivi della loro dignità professionale senza alcun riconoscimento economico».

Commenta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.