È uno dei punti chiave del programma operativo straordinario della sanità molisana del governatore Frattura. Ed è anche uno dei più dibattuti. Il governatore, che è anche commissario della sanità, ci scommette molto. È una delle azioni prioritarie per raggiungere l’obiettivo di una sanità che abbia maggiore qualità e sia sostenibile economicamente per la Regione.
Una novità nell’organizzazione dei servizi sanitari che viene di fatto sperimentata in Molise: la collaborazione, cioè, strutturale e nello stesso luogo fisico fra un ospedale pubblico e uno convenzionato. Il paziente entra e trova nell’edificio sia il Cardarelli sia la Fondazione Giovanni Paolo II.
Il percorso formale di integrazione è in dirittura d’arrivo. Il negoziato fra la Regione, l’Asrem e la Cattolica è andato avanti per molti mesi. Secondo indiscrezioni accreditate, ora sarebbe tutto pronto (o quasi) per firmare l’atto dal notaio.
In largo Gemelli a Campobasso, dove oggi c’è solo l’offerta sanitaria convenzionata del Centro di ricerca e cura della Cattolica, ci sarà una sorta di ‘ospedale unico’. Dall’ingresso comune si accederà ai due distinti lati del corpo centrale, uno con i reparti del Cardarelli e l’altro per quelli della Fondazione. Attualmente, infatti, la struttura realizzata nei primi anni 90 è utilizzata solo in parte per le esigenze del Centro.
I servizi e le prestazioni, naturalmente, non si duplicheranno. Come previsto dal piano del commissario Frattura, oncologia e cardiochirurgia saranno accreditati alla Cattolica. Per semplificare, se al Pronto soccorso arriva una persona con un infarto in corso se ne occuperà – naturalmente dopo la stabilizzazione e l’intervento dei medici dell’emergenza – il personale della Fondazione. Il laboratorio analisi, invece, sarà di competenza del Cardarelli. Mentre la radiodiagnostica della Cattolica. Questi solo alcuni esempi, quelli più importanti in base anche a quanto stabilito dal piano operativo.
Il grosso della trattativa, dal punto di vista tecnico, lo sta portando avanti l’Asrem (competente per il Cardarelli) insieme ai tecnici e alla direzione generale Salute della Regione, che invece ha il rapporto in convenzione con la Fondazione e la competenza della programmazione sanitaria. A giorni sarebbe atteso l’ok definitivo della Cda della Cattolica. Nei fatti, però, l’accordo c’è.
A Regione e Asrem l’Università Cattolica cederà (a titolo oneroso ma pare che la cifra sia davvero contenuta) anche un terreno.Verrà costruito, quindi, il Pronto soccorso che sarà in comune.
Dopo le firme e il rogito, il patto sarà formalmente siglato e si potrà partire con il trasloco dei reparti. I sopralluoghi e qualche prova, probabilmente, sono già stati effettuati. Si sposteranno, è intuibile, prima i reparti per i quali non c’è bisogno della presenza in loco del Pronto soccorso. E man mano che ci si attrezzerà per gestire le emergenze nel ‘nuovo ospedale’ tutti gli altri. I tempi? Sia la Regione sia l’Asrem vorrebbero stringere – siglando l’intesa davanti al notaio poche settimane – e accelerare il più possibile per recuperare il ritardo.
Sarà un unico ospedale? Cardarelli e Fondazione mantengono autonomia e personale. Non è una fusione. Meglio dire, forse, che sarà un condominio.
ritai

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