Il 31 luglio lo scontro con il presidente Toma. Che parlando dall’Aula alla delegazione degli autisti Atm che dal settore riservato al pubblico chiedeva l’attivazione del pagamento diretto dei loro stipendi da parte della Regione (che al loro datore di lavoro dà in concessione il trasporto pubblico) disse: per applicare l’articolo 30 del codice appalti i sindacati devono presentare richiesta.
Ieri, lo scontro che ha sfiorato la rissa con l’assessore Vincenzo Niro. La situazione si è fatta incandescente. Perché nel frattempo ai sindacati che stavano preparando l’istanza – pronta per lunedì – erano arrivate indiscrezioni sul contenuto di una riunione con le ditte: la Regione non si sostituirà alle aziende. I dipendenti della più grande impresa molisana che esercita il trasporto extraurbano sono tornati a Palazzo D’Aimmo. Entrati nell’edificio, hanno incontrato ufficiosamente i consiglieri dei 5 Stelle, che sostengono come quelli del Pd che il pagamento diretto sia possibile, e poi si sono fermati con il titolare della delega. La conversazione con Niro è stata da subito molto franca. L’assessore ha detto chiaramente che la Regione non utilizzerà il potere sostitutivo e ha rivendicato di aver risolto il problema della carenza di fondi. L’amministrazione paga, se poi qualche ditta commette infrazioni le strade sono altre.
Il nervosismo è salito non poco. «Padri di famiglia monoreddito, costretti a chiedere prestiti o aiuti alla famiglia. Per vivere, nonostante un reddito da 25mila euro all’anno, dobbiamo far ricorso alla Caritas». Esasperati più che disperati da 15 anni delle stesse lotte e rivendicazioni: «Sono 15 anni che va avanti questa storia, 15 anni e tre amministrazioni regionali, eppure nessuno riesce a risolvere». Lo scontro più forte quando uno degli autisti a Niro dice: non hai risolto nulla, sei come gli altri. «Non puoi paragonarmi ad altre persone, io i tuoi problemi li ho risolti», ha urlato l’assessore. Riferendosi principalmente alle questioni di bilancio. «Cosa hai risolto? Io sono ancora con quattro mesi di stipendi arretrati». I sindacalisti, i vigilantes e la Digos hanno allontanato gli autisti, tra spintoni e urla.
Una brutta pagina sbarcata sul web. Il video della lite tra le mura della più importante istituzione del Molise ha fatto il giro dei social. Commenti e accuse non risparmiano la classe dirigente.
I dipendenti di Atm sono 196, ha spiegato Emilio Santangelo (Faisa Cisal) e per tutti ci sono due stipendi che mancano all’appello – ha aggiunto – oltre alla quattordicesima. Poi ci sono quelli che aspettano la paga da maggio, quelli che la aspettano da aprile.
Ai giornalisti, recuperata la calma, Niro ha dichiarato l’intenzione dell’amministrazione: «Prendo atto che ci sono difficoltà di qualche azienda. Dobbiamo attivare le procedure amministrative che ci consentano di appurare che sono reali e chi è deputato ad applicare i contratti di servizio, quindi i dirigenti, sa la strada che impone la legge. La Regione deve di trasferire nei tempi le risorse alle ditte, su quel che succede tra azienda e lavoratori noi abbiamo un compito di vigilanza che viene espletato dal dirigente, credo che a breve mi relazionerà». Il potere sostitutivo per lui è inapplicabile, ha tacciato di populismo chi dice il contrario. «Se ci sono da revocare contratti di servizio perché l’azienda ha fatto infrazioni non ci sono motivi per non procedere. Ma – ha concluso – non ci possiamo sostituire all’azienda».
A presidiare i lavori del Consiglio anche gli operatori della formazione professionale, senza contratto da 2 mesi.

r.i.

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