Siamo alle battute finali della procedura di ampliamento del numero dei posti del progetto Sprar, il sistema di accoglienza per richiedenti asilo e rifugiati che fa capo al Servizio centrale del Ministero dell’Interno. Già dallo scorso anno chiedevano lumi sull’applicazione della clausola di salvaguardia nel centro alto molisano, una postilla riservata ai paesi in cui è attivo un centro Sprar, in virtù della quale non è possibile la coesistenza di un centro di prima accoglienza, situazione in cui Agnone si trova dal 2014, anno di attivazione di entrambe le strutture di accoglienza.
È stato per interessamento dell’amministrazione comunale, con l’aiuto del presidente dell’Anci Molise Pompilio Sciulli, che è stato possibile sciogliere l’enigma attivando le procedure di ampliamento del progetto Sprar di 13 unità, per raggiungere la soglia minima di 63 posti, tale da attivare la clausola di salvaguardia. A fronte dell’innalzamento del numero degli ospiti dello Sprar c’è stato un progressivo svuotamento del centro di prima accoglienza, fino allo svuotamento totale.
Dei circa 150 migranti ospitati nel Cat, attualmente ne rimangono solo 16 che lasceranno definitivamente la struttura una volta completate le procedure di ampliamento. Si stanno predisponendo gli atti amministrativi che dovranno essere inviati al Ministero dell’Intero per l’approvazione definitiva. Ora dunque la palla passa nelle mani del Viminale che, a seconda dei tempi tecnici previsti, renderà effettiva la manovra di ampliamento. Si tratta comunque di pochi mesi e la procedura sarà conclusa.

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