Una storia lunga, lunghissima, che l’amministrazione guidata da Enza Testa è riuscita a portare a conclusione nel migliore dei modi.
Domenica mattina il taglio del nastro presso la mastodontica struttura su cui “poggia” Piazza Carlo Alberto dalla Chiesa. L’opera, iniziata quando ancora i conti si pagavano in lire, è stata inaugurata alla presenza di un folto pubblico. C’erano, tra gli altri, l’assessore regionale alle Infrastrutture, Vincenzo Niro, le consigliere regionali Paola Matteo e Micaela Fanelli, i sindaci di Riccia, Campodipietra, Sepino, San Giuliano del Sannio, Cercepiccola, il capodipartimento della Regione Massimo Pillarella, il comandante della locale Stazione dei Carabinieri.
Tre livelli che si sviluppano sotto il piano della piazza. Al livello -1 presto saranno trasferiti gli uffici comunali. In corso di ultimazione, inoltre, la nuova sala consiliare che potrà ospitare fino a 200 persone, un luogo, dunque, dove poter tenere convegni, workshop, seminari.
Al livello -3 troveranno ricovero i mezzi d’opera del Comune. Resta da ultimare il livello -2 (la parte interna, perché esternamente la struttura è completa in ogni dettaglio) e in tal senso l’amministrazione ha avanzato una idea progettuale nell’ambito del Contratto istituzionale di sviluppo promosso a Campobasso dal premier Conte: una sorta di incubatore dove poter ospitare 10 start up.
Dopo la benedizione dei locali ad opera del parroco del paese, la sindaca Testa ha ripercorso in sintesi il tortuoso iter avviato agli inizi degli anni ’90. Venticinque anni fa fu realizzato lo scheletro in cemento armato. Da allora nessuno ha mosso più un dito. La struttura non è stata interessata né da opere di conservazione, né di manutenzione.
Nel 2014 vince le elezioni la sindaca Testa. Era il mese di maggio. Due giorni dopo l’insediamento inizia la corsa contro il tempo. Il Comune aveva ottenuto la concessione di un finanziamento destinato all’ultimazione dell’opera (recupero ai fini ambientali) nell’ambito del Patto per le aree interne grazie all’ex governatore Iorio. Nonostante i reiterati solleciti, tuttavia, l’amministrazione comunale che aveva preceduto quella che tra qualche giorno termina il mandato era rimasta immobile. Il Patto prevedeva un cofinanziamento del 10% (102mila euro) a carico del Comune. Ma nessuno si era preoccupato di reperire le somme.
La sindaca Testa bussa alla porta dell’ingegner Massimo Pillarella. Insieme trovano una soluzione. Il tempo a disposizione però è poco.
A metà luglio (2014) la giunta stanzia i fondi per il cofinanziamento. Pillarella indica all’amministrazione quale strada percorrere per recuperare il tempo perso. «Abbiamo affrontato difficoltà persino difficili da raccontare – le parole della sindaca visibilmente emozionata – ma perdere il finanziamento sarebbe stato un delitto. Il mio primo ringraziamento va ai dipendenti comunali che mi hanno supportata in questo difficile cammino. Sento poi il dovere di ringraziare di cuore l’ingegner Pillarella, senza il suo fattivo contributo oggi non avremmo inaugurato nulla».
Le caratteristiche dell’opera le illustrano i progettisti, l’ingegnere Pietroniro e l’architetto Cordigliere.
Su uno dei lati della struttura sono stati installati pannelli fotovoltaici in grado di produrre buona parte dell’energia necessaria al funzionamento degli uffici. L’illuminazione, di tipo led, è a bassissimo consumo energetico. Il cappotto è stato realizzato con blocchi termici sorretti da una struttura in alluminio. Tra il cappotto e la muratura è stato installato un pannello isolante. La “vecchia” struttura in cemento armato è stata irrigidita e resa ancora più solida. Il riscaldamento è del tipo a pavimento che, considerato l’alto livello di coibentazione delle pareti, è alimentato con una caldaia di dimensioni davvero modeste.
Dall’ingresso e fino agli uffici, i corridoi sono muniti di sensori elettronici per i non vedenti. L’accesso è facilitato per i portatori di handicap.
Una serie di accorgimenti che hanno indotto l’assessore Niro a complimentarsi con i due progettisti. «Diminuire le difficoltà ai diversamente abili – ha detto l’assessore – è una iniziativa che merita un pubblico plauso. Diciamolo pure che non tutti i tecnici hanno questa sensibilità».
L’assessore si è complimentato con la sindaca, «che quando è venuta in assessorato lo ha fatto con umiltà e modestia e mai con l’arroganza che talvolta è propria degli amministratori. Le riconosco tenacia e determinazione, educazione e intelligenza. Enza Testa ha un modo di fare che va oltre l’interesse del momento, va oltre il singolo finanziamento. È venuta da me perché ritiene che i suoi concittadini abbiano diritto a collegamenti viari migliori verso Campobasso. Una richiesta importante che va oltre il suo mandato, che tra qualche giorno terminerà. Ci ha detto che non è sua intenzione ricandidarsi. E questo mi addolora. Ma sono certo che continuerà a fare bene per il suo paese anche senza la fascia tricolore».
Prima che iniziasse la visita alla struttura, la sindaca ha voluto che anche l’ingegner Pillarella e le consigliere Fanelli e Matteo salutassero i presenti.
Pillarella, a cui Testa ha “intestato” l’opera ha ribadito di aver ragionato con il cuore: «Non si possono negare soldi ai Comuni. Quando c’è la possibilità di poter venire incontro ad una amministrazione che naviga nel mare in tempesta, è un dovere della Regione fare ciò che è possibile e anche l’impossibile».
Parole di elogio anche da Fanelli e Matteo. L’ex sindaca di Riccia ha riconosciuto alla prima cittadina di Cerce di avere «una visione a 20 anni. Ho riscontrato in questa amministrazione onestà e pulizia intellettuale. E questo posto ne sarà testimonianza nel tempo».

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