Sono finite le scorribande del cinghiale che da giorni stava seminando il panico in contrada Le Piane. Nel primo pomeriggio di ieri l’ungulato è stato catturato dai veterinari dell’Asrem, Antonio Liberatore e Antonio Conti con l’ausilio dei carabinieri Forestali. Un intervento delicato in cui gli operatori hanno espresso tutta la loro professionalità con l’obiettivo, in primis, di non causare tensioni tra la popolazione residente.
Era stato proprio un cittadino che abita in quella zona ad allertarli. Il cinghiale era stato visto aggirarsi in alcune campagne che circondano una villetta di una zona che è molto frequentata anche dagli appassionati di jogging.
In quel caseggiato ieri era in corso la festa di compleanno del nipote del proprietario e con lui c’erano decine di bambini. Il nonno, notando il cinghiale circolare lì vicino, ha immediatamente chiesto aiuto alle forze dell’ordine, spaventato dall’eventualità che l’animale potesse avvicinarsi pericolosamente ai piccoli ospiti.
Arrivati in contrada Le Piane, i carabinieri forestali e i medici del servizio veterinario pubblico hanno messo in atto subito la strategia di cattura: il cinghiale sarebbe stato narcotizzato e quindi immobilizzato. L’eventuale piano alternativo prevedeva l’abbattimento dell’ungulato, ma i veterinari hanno deciso, anche correndo dei rischi, di optare per il trattamento anestetizzante.
Il cinghiale, come già era stato appurato nei giorni precedenti, stava dormendo beatamente all’interno di una siepe quando è stato visto dai veterinari. Gli esperti si sono quindi addentrati nella boscaglia e hanno puntato l’animale, un esemplare di femmina in stato di gravidanza.
Il dottor Liberatore ha fatto partire dal suo fucile un dardo – siringa e, sfidando le condizioni disagevoli, lo ha colpito in pieno.
Gli operatori si sono quindi avvicinati, procedendo alla cattura dell’animale e caricandolo sul furgone.
Dopo qualche ora è stato liberato in un terreno impervio di Roccasicura.
«È un posto intricato dove l’animale troverà le condizioni idonee alla sua sopravvivenza, senza tornare nel luogo in cui è stato predato – ha spiegato il dottor Antonio Liberatore -. Si tratta di un’adulta in stato di gravidanza che abbiamo cacciato in una zona estremamente vicina alle abitazioni. Purtroppo non è l’unico esemplare presente in contrada Le Piane. Ci avevano già chiamati nei giorni scorsi e ieri abbiano notato delle tracce sul terreno.
Questi ungulati si trovano bene dal livello del mare fino ai duemila metri di altitudine in quanto hanno grandi potenzialità di adattamento. Inoltre nei primi cinque anni di vita si riproducono anche due volte all’anno e la sola pratica della caccia, nei 90 giorni previsti, non basta a eliminare l’emergenza. I cacciatori infatti prediligono i cinghiali di taglia grande che sono i più adulti, cioè quelli meno riproduttivi, e questo comporta che il numero di quelli abbattuti coincide perfettamente con i nuovi nati. Ogni anno infatti le cifre degli animali predati corrispondono ai cuccioli che via via nascono, quindi la popolazione ringiovanisce costantemente».
Finite le scorte di anestetico
Quella utilizzata ieri per narcotizzare il cinghiale in contrada Le Piane era l’ultima dose di ‘xilazina’ in uso all’Asrem. Il dottor Liberatore, per puro caso, ne ha recuperata una dalla sua valigetta. La xilazina è l’unico anestetico in grado di ‘addormentare’ un cinghiale e, in casi come quello avvenuto ieri, viene miscelata ad altre sostanze tipo la ketamina. Questa è la ‘ricetta’ prevista dal protocollo anestetico dell’azienda sanitaria regionale, un iter che tuttavia rischia di subire molte criticità. La xilazina infatti è stata ritirata dal mercato farmaceutico ed è impossibile recuperarne altre fiale.
«Non sappiamo come si farà in futuro – ha spiegato Liberatore -, perché la xilazina in polvere, che non è più reperibile sul mercato, è l’unico farmaco in grado di ‘fermare’ i cinghiali». VC

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