Con l’ennesimo boom di turisti il treno storico ‘abbandona’ forzatamente Isernia per tutto il 2018. Domenica scorsa si è registrata la prima e ultima partenza dell’anno dal capoluogo pentro, ciò vuol dire che i prossimi viaggi (solo alcuni) organizzati dall’associazione Le Rotaie in collaborazione con la Fondazione delle Ferrovie dello Stato toccheranno Isernia solo all’arrivo.
Una scelta obbligata da parte dei volitivi e appassionati membri del gruppo che da anni si occupa di gestire i suggestivi convogli che in genere percorrono la nota tratta denominata ’Transiberiana d’Italia’, ovvero il percorso che collega Sulmona a Carpinone e che arriva, appunto, anche nel capoluogo di provincia pentro.
I costi della giornata, con partenza da Isernia, hanno raggiunto delle cifre ormai improponibili per l’associazione, che si occupa di affrontare tutte le spese del caso. Questo perché il treno storico, che sosta solitamente a Sulmona, deve necessariamente arrivare in stazione il giorno prima del viaggio e ripartire il giorno seguente. Un ‘avanti e indietro’ che comporta ingenti spese, anche a causa dei notevoli aumenti degli ultimi tempi. Per aggirare il problema, una soluzione ci sarebbe ed è quella di far sostare il convoglio proprio sui binari della stazione isernina, come del resto era stato ipotizzato qualche anno fa, all’epoca dell’amministrazione targata Brasiello.
All’interno del progetto del grande parco verde che sorgerà nei prossimi mesi, era stato inserito il ‘capitolo’ relativo a dei binari dedicati al treno storico. Purtroppo con l’avvicendamento del commissario prefettizio, tale ipotesi è venuta meno. Da tempo, cioè da quando l’associazione Le Rotaie stava paventando il rischio che i viaggi della ‘Transiberiana’ potessero escludere Isernia, è stato investito del problema l’assessore Domenico Chiacchiari e lui, proprio nei giorni scorsi, ha avuto un colloquio con gli addetti dell’Ufficio tecnico del Comune e col presidente dell’associazione Fabrizio Minichetti.
«Il Comune di Isernia potrebbe intervenire per fare in modo che il treno storico possa sostare anche qui – ha spiegato Minichetti -. Con la vecchia amministrazione si era arrivati a un accordo, anche alla presenza del direttore della Fondazione, si era definito di lasciare alcuni binari liberi per consentire il ‘parcheggio’ a Isernia e poter prevedere le partenze. Nel successivo bando però non c’era traccia del riposizionamento dei binari. Ora stiamo dialogando con l’assessore Chiacchiari per poter allestire un binario al confine col parco verde, di fronte al fabbricato della stazione. Da parte dell’amministrazione c’è la volontà di risolvere il problema e di capire cosa si possa fare anche con l’ausilio della Fondazione Fs, ma è tutto da vedere. Noi intanto continueremo a organizzare i nostri viaggi con partenza da Sulmona e che faranno tappa, come quello dell’altro giorno, a Carpinone, Carovilli, in altri centri della provincia e a Isernia».
Le ricadute economiche
Il successo dei viaggi sulla Transiberiana d’Italia sono sotto gli occhi di tutti, così come l’indotto economico che si è creato nel corso degli anni, anche a beneficio delle strutture ricettive, dei musei e dei ristoranti di Isernia. Con le circa 400 persone partite domenica alla volta di Pettorano sul Gizio, piccolo comune a 15 chilometri da Sulmona (dove si svolgeva la tradizionale sagra della polenta), il trend del nuovo anno è iniziato nel segno positivo che ha contraddistinto il 2017. Durante l’anno che si è appena concluso sono stati circa 19mila i viaggiatori, di cui molti sono transitati per il capoluogo pentro. Ciò vuol dire che qui hanno dormito e si sono ristorati. Domenica, ad esempio, circa 100 persone delle complessive 392 hanno trascorso ben due giorni a Isernia, prenotando alloggi e pasti in città.
Valentina Ciarlante

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