La battaglia va avanti ma col passare delle ore le speranze di mantenere intatto il servizio di Senologia, così come lo è stato per anni, si affievoliscono. In via ufficiale non è stata ancora presa alcuna decisione, anzi la dirigenza dell’Asrem sta vagliando le soluzioni più idonee a non scontentare nessuno. Si vuole cioè rispettare le disposizioni indifferibili del ministero della Salute e si cerca, al contempo, di preservare il personale e soprattutto di garantire i servizi alle pazienti. Un lavoro non facile, visto che da Roma spingono per accentrare tutto, eliminare i costi e ottimizzare le forze a disposizione.
Il quadro attuale prevede che entro il 31 dicembre 2018 il centro di Senologia venga trasformato in un ambulatorio con la possibilità di operare. Gli interventi chirurgici specifici che verranno svolti al Veneziale saranno però solo quelli che rientrano in una determinata fascia, mentre quelli più complessi saranno previsti a Campobasso.
Una eventualità molto probabile che però deve ancora essere messa nera su bianco e di cui ha parlato il direttore sanitario dell’Asrem Antonio Lucchetti a margine della conferenza stampa svoltasi nel reparto di Ginecologia, sul trend nascite e parti dei primi sei mesi del 2018.
«Io formalmente non ho trovato disposizioni, ma al di là della formalità è importante che si svolgano le attività – ha dichiarato a Primo Piano Molise -. Vi è un tavolo del ministero che monitorizza il numero di interventi al seno che vengono eseguiti e noi siamo stati attenzionati per il fatto che abbiamo una dispersione proprio di questi interventi. Ormai l’indicazione del ministero è quella di accentrarli in un solo punto, mi riferisco cioè a quella che sarebbe la ‘Breast unit’. Questa è la direttiva ministeriale. I tre elementi su cui c’è l’accentramento sono i parti, le coronarografie con angioplastica, dove abbiamo il problema di dover sostenere situazioni al di sotto dei 250 previsti dagli standard e la chirurgia della mammella».
I numeri quindi parlano chiaro e sono quelli che potrebbero determinare quel ridimensionamento del servizio contro cui si stanno battendo migliaia di cittadini di Isernia, firmatari di una petizione popolare che presto arriverà sul tavolo del governatore Toma.
Una proposta che renda meno sofferta la decisione drastica di chiudere il centro c’è ed è quella prospettata dallo stesso Lucchetti.
«Quale potrebbe essere l’idea? Quella di prevedere una rete in cui esistono tanti satelliti che devono svolgere un livello di assistenza – ha spiegato -. Poi si potrebbe prevedere un secondo livello, come dice il ministero. Con questa modalità manteniamo le autonomie e le professionalità locali, perché la rete ha bisogno anche di professionisti distribuiti sul territorio. In seguito vedremo come risolvere il problema dell’accentramento di un determinato tipo di interventi».
L’ipotesi prospettata da Lucchetti apre in modo chiaro la strada alla realizzazione della contestata rimodulazione del centro di Senologia di Isernia, con le pazienti che, per sottoporsi a interventi più complessi, dovranno essere dirottate su Campobasso.
«Dobbiamo studiare, ma questa è la soluzione – ha concluso -. D’altra parte questa indicazione non è che ci viene perché la vogliamo e siamo innamorati di un percorso, ma perché il tavolo sull’appropriatezza dei trattamenti ci ha convocato appositamente. Siamo andati a Roma io e la dottoressa Lolita Gallo, direttrice generale della Salute della Regione, a rispondere di queste cose. Abbiamo detto, in quella sede, che avremmo provveduto in tempi piuttosto rapidi e quindi ora stiamo facendo un ragionamento».
Non resta che attendere e capire se a livello politico la Regione deciderà di prendere percorsi diversi.
Valentina Ciarlante

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