Nuovi dettagli emergono sul caso Vinci, il manager morto a bordo di un caicco su cui stava trascorrendo le vacanze insieme alla famiglia. Tutto è iniziato lunedì scorso, quando i sei turisti hanno accusato diversi malesseri rientrando nelle cabine del caicco su cui si trovavano per una crociera in Croazia. Quando il giorno dopo il gruppo è stato chiamato per le visite mediche all’appello mancava Vinci, ex manager della Pop84 e braccio destro di Remo Perna della Gtr. Il suo corpo è stato trovato nel bagno della cabina, dove probabilmente si era recato in preda al malore: potrebbe aver perso i sensi, battendo violentemente la testa sulla vasca. Ancora non è chiaro se sia morto per l’intossicazione o per le ferite riportate a seguito della caduta. Intanto l’autopsia disposta sul corpo di Vinci ha rivelato la presenza di monossido di carbonio nel sangue e mercoledì skipper e armatore dell’imbarcazione sono stati arrestati per «reati contro l’incolumità pubblica» aggravati dalla morte di una persona. Secondo le prime ricostruzioni degli inquirenti, i due giovani croati avrebbero istallato sulla barca, contrariamente alle norme di sicurezza, un generatore a benzina che si raffredda ad aria, dal quale si sarebbe sprigionato il gas tossico.
Ma ieri sono stati rimessi in libertà: i due si sono dichiarati innocenti e hanno anche aggiunto di aver prestato pronto soccorso ai turisti italiani intossicati.
Così ieri il giudice istruttore della magistratura di Spalato ha per ora concesso a entrambi la libertà provvisoria. Tuttavia la procedura giudiziaria è ancora in una fase molto precoce e ora bisogna attendere la conclusione di tutte le perizie tecniche dopo le quali la magistratura potrà formalmente incriminare i due croati.
Restano intanto gravi le condizioni della figlia minorenne della compagna di Vinci e il bambino anni avuto dalla coppia. Entrambi hanno compromesse le funzioni di quasi tutti gli organi vitali e sono in terapia intensiva collegati a un respiratore artificiale.

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