Nel giorno in cui il Comune di Termoli considera chiusa la partita e scrive al responsabile unico del procedimento Massimo Pillarella (notizia data dagli stessi organizzatori), i Comitati No Tunnel si riuniscono per lanciare strali contro via Sannitica, ma soprattutto contro Palazzo Vitale e Palazzo D’Aimmo. Per Luigino Vitulli: «Sta succedendo che le amministrazioni, sia quella comunale che quella regionale, un’altra volta hanno fatto il balletto e non si prendono le responsabilità dovute rispetto ai cittadini. La cosa centrale che voglio dire è che l’amministrazione di Termoli con la complicità di quella regionale ha bloccato il referendum nella città di Termoli e questo è il problema centrale, il sindaco se ne è uscito con la storia che la commissione è tecnica, tutti sanno che non è una commissione tecnica, ma anche lui dice che quella della minoranza ha votato contro i quesiti e quindi è politica. L’amministrazione si sta assumendo la responsabilità di fare un’opera che stravolge completamente il centro cittadino e quindi la nostra percezione della città e non vuole far decidere niente ai cittadini, è una cosa che grida vendetta». Nel merito entra maggiormente Nino Barone, che dei Comitati è portavoce e ha tenuto le redini della riunione di ieri nella sala parrocchiale di San Timoteo, a Termoli. «Arrivata una comunicazione ufficiale da parte del Comune di Termoli indirizzata all’ingegner Pillarella, secondo noi il termine è scaduto per osservare la variante al Prg, ma l’opera non è cantierabile perché non ci sono tutti i procedimenti chiusi compreso quello del finanziamento che tanto paventano in Regione.
Il problema nostro non è bloccare l’opera, ma stiamo facendo una battaglia di civiltà perché gli amministratori e politici di turno non possono prevaricare le scelte generali dei cittadini; se questo ci porta a dover ricorrere ad atti politici e amministrativi per fermare questa cattiva pratica, lo stiamo facendo con molta energia e tanto è vero che l’ultima carta che abbiamo è il ricorso al Tar che dovrà procedere perché abbiamo depositato le osservazioni aggiuntive e attorno alla metà di novembre ci sarà la convocazione della prima udienza e lì si chiederà la sospensiva del procedimento. Se la vecchia giunta regionale era a favore del tunnel, questa nuova non si esprime. Noi ci siamo dati il compito di risvegliarla.
Non ci spieghiamo come tecnici superpagati della Regione Molise non siano riusciti a dipanare la matassa. Situazione emblematica, che ha fatto sì che promuovessimo anche una diffida lo scorso 22 ottobre. La Regione con Micone ci ha risposto che la palla è stata passata ai dirigenti. Un sistema poco chiaro e nessuno si esprime, noi ce ne renderemo conto quando partirà il cantiere. Anche se non sono in regola con le procedure».

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