«Il Tar Molise ha concesso la sospensiva! Siamo fiduciosi, voglio ringraziare gli avvocati che stanno seguendo il ricorso che ho presentato insieme agli altri sindaci del Basso Molise per la chiusura del Punto Nascita di Termoli. Guardiamo con speranza a quando si entrerà nel merito al Tribunale Amministrativo Regionale. Continuiamo a restare uniti e manifestiamo per una giusta causa. Il prossimo 24 luglio ne sapremo di più, per noi, oggi, è una grande notizia». La nota di ieri mattina, delle 9.58, con cui il sindaco di Termoli Francesco Roberti ha reso nota la prima vittoria in questa delicata battaglia è stata come far saltare il tappo a una bottiglia di Moet&Chandon. Nel giro di pochi minuti, un effluvio di commenti, tutti dalla parte della riapertura. Arriva anche la nota dei legali: «Il Tar Molise con decreto cautelare n. 135 deposito nella mattinata odierna ha accolto la richiesta cautelare avanzata dagli avvocati Vincenzo Iacovino e Massimo Romano in difesa dei Comuni e delle mamme basso-molisane che attendono di partorire presso l’Ospedale di Termoli. Un servizio importante che copre un bacino di utenza di oltre 100mila persone e che triplica nel periodo estivo. Ad agire in giudizio sono stati i Comuni Termoli, Campomarino, Castelmauro, Guardialfiera, Guglionesi, Mafalda, Montecilfone, Portocannone, San Giacomo degli Schiavoni, San Martino in Pensilis, Ururi, Montefalcone, Petacciato (e altri stanno ancora aderendo) e tantissime mamme in attesa di partorire presso il nosocomio termolese. Nel frattempo la mobilitazione sta crescendo e tantissime associazioni e cittadini sono mobilitati con diverse iniziative e raccolte di firme per scongiurare la soppressione del punto nascite e dell’intera sanità pubblica nel basso-molisana. Il Tar ha fissato l’udienza collegiale di discussione al 24 luglio 2019. Adesso tocca anche alla politica fare una seria riflessione e trovare una soluzione alternativa alla chiusura a tutela del bene comune e delle famiglie e mamme basso-molisane». Passano le ore e tutti di chiedono cosa avvenga nel reparti guidato da Dino Molinari. Ore di snervante attesa, fino alle 18, quando il direttore sanitario dell’Asrem Antonio Lucchetti ha chiamato il dirigente medico e gli ha comunicato la riapertura del reparto. Subito dopo, arriva la conferenza stampa lampo, convocata solo con un’ora di preavviso, in sala consiliare. Sindaci, mamme e legali, tutti insieme appassionatamente per far vivere la sigla L113. «Ora è il momento di sedersi attorno a un tavolo e pianificare la sopravvivenza del San Timoteo affinché il nosocomio del basso Molise venga rilanciato. Sono ripresi i ricoveri, abbiamo un territorio difficile sotto l’aspetto orografico, con forte dissesto idrogeologico, in inverno ci sono condizioni impraticabili e ci ritroviamo con strade franate e Comuni che devono fronteggiare queste difficoltà». Insomma, come per dire, non c’è soluzione alternativa rispetto al Punto nascita di Termoli. Nel merito sono entrati gli avvocati. Massimo Romano ha sottolineato come la soddisfazione è aver aggregato un numero importante di Comuni e di cittadini. «Il Tar ha accolto la misura cautelare urgente e ha sospeso in poche ore perché il ricorso è stato notificato venerdì e ieri mattina è stato pronunciato accogliendo le ragioni dei ricorrenti, il Tar Molise in persona del presidente Silvestri ha ritenuto meritevole di accoglimento le misure cautelare e opportunità di sospendere i provvedimenti lasciando la situazione inalterata fino alla camera di consiglio del 24 luglio quando in composizione collegiale si pronuncerà sulla disposizione cautelare L’aspetto più rilevante è che il Tar ha ritenuto di recepire una istanza che arrivava da tutto un territorio in maniera compatta e determinata studiando una materia che è molto complessa senza avere tutti i documenti a disposizione perché non c’è un decreto a disposizione. Il Tar sospende e ripristina un diritto costituzionale nell’imminenza della sua sospensione oggi abbiamo la necessità di rimettere in gioco una programmazione sanitaria che deve essere rimessa alle amministrazioni competenti struttura commissariale e Asrem e il ruolo svolto dai sindaci che non corrisponde a una rivendicazione politica che è codificata dalla legge che attribuisce alla conferenza dei sindaci un ruolo determinante nella programmazione sanitaria. Abbiamo evidenziato nel ricorso un errore di fatto contenuto nei provvedimenti impugnati: nei provvedimenti si è detto che il tavolo tecnico interministeriale nell’ultima riunione di aprile 2019 avrebbe ribadito la necessità di chiudere il punto nascita di Termoli abbiamo verificato che questa affermazione è fuorviante, perché nell’ultimo tavolo tecnico la commissione aveva dato atto che la decisione doveva andare nella programmazione del 2019-2021. Noi anche su questo argomento abbiamo fatto leva perché oggi grazie alla sensibilità dimostrata dal tribunale amministrativo si è ripristinata la legalità costituzionale ma spetta alle amministrazioni compreso i ministeri di garantire l’erogazione di questo servizio sanitario in sicurezza perché oggi non si è raggiunto un punto di arrivo ma si è evitato il peggio e c’è da lavorare in termini di effettività del diritto alla salute perché la singolarità della vicenda deriva dal fatto che lo stesso giorno in cui sono stati approvati i provvedimenti è stato adottato il decreto Calabria che ha sbloccato il turn over anche per le regioni in piano di rientro e quindi ci sono i presupposti per sanare le condizioni strutturali di carenza di personale che erano proibitive e preclusive. Eravamo convinti che il decreto cautelare fosse fondamentale perché quando si arriva a una chiusura sarebbe stato molto più difficile riuscire ad ottenere un risultato positivo, è stato fatto uno sforzo grandioso da parte dei sindaci, noi abbiamo fatto un lavoro di squadra e siamo riusciti a fare un ricorso importante che ci ha consentito di convincere il presidente del Tar della ingiustizia e intempestività di un provvedimento repentino senza congruo preavviso alle partorienti che si sono trovate a dover emigrare. Adesso non va abbassata la guardia noi crediamo di avere le armi per combattere e va rafforzata la raccolta di firme che il comitato sta portando avanti. Il 24 riusciremo a dimostrare che il reparto non è insicuro come si è detto ma che ci sono delle professionalità questo era un primo tassello la chiusura del punto nascita significava lo smantellamento definitivo della sanità nel basso Molise era stato chiuso Larino con la promessa di rafforzare Termoli cosa che non è successo la comunità bassomolisana non ha abbassato la testa ma ha reagito con forza per riprendersi gli spazi e auspichiamo che la Regione aderisca al ricorso a supporto delle amministrazioni locali e speriamo che la compagine governativa non assuma uno scontro frontale ma che sia uno spiraglio per riaprire il discorso in una conferenza dei sindaci». Vincenzo Fiorini ha ribadito che i Comuni alla fine saranno 20, a fronte dei 13 che hanno promosso il ricorso in prima istanza. Poi Roberti è tornato sul livello politico: «Abbiamo dato prova che la buona politica può fare tanto, la politica dal basso dei sindaci, ci siamo sentiti di doverci difendere facendo scudo tra di noi a catena le false risorse che dicono di rilanciare l’economia italiana e riuscire a dispensare sul territorio italiano ci accorgiamo che la coperta è corta e il conto finisce ai Comuni.
Sediamoci attorno a un tavolo e risolviamo il problema di trovare persone che vogliono venire a lavorare non abbiamo personale che vuole venire a lavorare tutto è mettere nelle condizioni di poter creare le condizioni per lo sviluppo dell’ospedale ma chi decide di investire la vita a Termoli vuole avere anche delle prospettive lavorative e di sviluppo della propria famiglia». Poi, annuncia che domani alle 13.30 ci sarà un incontro al Ministero della Salute col comitato Percorso nascita, aperto ai sindaci.

Deputati e regionali: ora si pensi al potenziamento

Numerosi i commenti dopo la sentenza del Tar Molise. La deputata di Forza Italia Annaelsa Tartaglione sul proprio profilo Facebook esprime soddisfazione per la decisione del Tar di sospendere la chiusura del punto nascita di Termoli: «Il punto nascita di Termoli resta aperto! Il Tar ha concesso la sospensiva, è un piccolo ma importante passo in avanti e soprattutto il primo risultato significativo raccolto dal grande gioco di squadra che si sta facendo sul San Timoteo. La battaglia è ovviamente solo all’inizio ma un ringraziamento va al sindaco di Termoli che, insieme ai sindaci dell’area, sta mettendo in campo tutto l’impegno possibile. Io intanto rinnovo l’invito a restare uniti: politica, cittadini, territorio, per il futuro di Termoli e del Basso Molise!» «È la vittoria dei cittadini e la sconfitta del Governo nazionale, èla vittoria del nostro popolo e, tutto questo, anche per merito di Roberti il neo sindaco di Termoli. Per questo, con la sospensiva pronunciata dal Tar Molise contro la chiusura del punto nascite dell’Ospedale San Timoteo di Termoli, desidero personalmente e sinceramente ringraziare per il loro impegno dimostrato, le tante mamme, i cittadini Bassomolisani, gli avvocati Iacovino e Romano, la stampa, i tanti amministratori locali e i tanti sindaci e, in particolare e lo ripeto, il sindaco di Termoli Francesco Roberti che con vigore e determinazione sta portando avanti con tutti noi una grande battaglia di libertà, di democrazia e di civiltà.» Così la Consigliera regionale Aida Romagnuolo commenta la decisione del Tar di sospendere la chiusura del punto nascita dell’ospedale di Termoli. «Trovo a questo punto doveroso, ha continuato Romagnuolo, riconfermare tutto il mio impegno e tutta la mia disponibilità come consigliere regionale del Molise, di continuare a lottare e stare vicino a Roberti e a tutti i cittadini del Bassomolise, affinché non ci venga più negato il sacrosanto diritto alla salute e non venga soppresso né il punto nascita, e né altri servizi all’ospedale di Termoli. Se continueremo a fare squadra tutti insieme e senza guardare al colore politico di appartenenza , ha concluso Romagnuolo, sono certa che anche il Governo nazionale dovrà rivedere i parametri del decreto Balduzzi, il male di tutti i mali della sanità molisana». Aveva sollevato la questione con un question time in Parlamento discusso la scorsa settimana, ora la deputata molisana di LeU Giusy Occhionero commenta l’avvenuto accoglimento della sospensiva cautelare sul Punto nascita di Termoli, accolta dal Tar Molise. «Mi congratulo vivamente con gli avvocati Romano e Iacovino per il grandioso successo ottenuto e lo dico con l’orgoglio di avvocato! A questo punto è evidente che la questione è diventata esclusivamente politica e, pertanto, ritengo assolutamente necessario che tutti gli organi coinvolti si siedano attorno ad un tavolo, senza alzare bandiere di partito, per trovare la soluzione definitiva al problema. La strada della giustizia ci sta tendendo la mano, la politica ha l’obbligo morale di stringerla e consentire che Termoli sia ancora mamma di tanti bambini. Il Molise non può soggiacere a regole che valgono per altre regioni anche per le sue peculiarità quali la orografia, la bassa densità di popolazione e la difficoltosa viabilità. Questo, però, non può e non deve ridurci ad una regione di serie B. Noi non lo meritiamo!» Infine, il Movimento 5 Stelle. I portavoce M5s in Consiglio regionale Patrizia Manzo, Vittorio Nola e Valerio Fontana commentano in una nota la sospensiva del Tar per il Punto nascite di Termoli. «La sospensione della chiusura del Punto nascite di Termoli fino al 24 luglio, giorno in cui il Tar dovrebbe entrare nel merito, è motivo di speranza per tante future mamme. Un territorio intero, sotto una unica – dice Patrizia Manzo – sta difendendo con orgoglio un diritto sancito dalla Costituzione. Tuttavia occorre che tutti facciano la loro parte per dimostrare che mantenere il Punto nascite a Termoli è possibile solo garantendo tutti gli standard di sicurezza per gli operatori, per i medici, per le donne e i propri bambini. Sono state tracciate diverse strade – spiega la portavoce M5S – come gli accordi di confine con la vicina Vasto o le nuove assunzioni grazie allo sblocco del turnover. L’esperienza vissuta con la chiusura del Punto nascite ha dimostrato che tutti insieme, con intelligenza e responsabilità, possiamo andare oltre i campanilismi per difendere un territorio particolare quale è quello molisano». «Ora è necessario definire un accordo di confine specifico con l’Ospedale di Vasto, in Abruzzo, attraverso il nuovo POS 2019-2021 – afferma Vittorio Nola – che preveda anche la salvaguardia dell’Ospedale Caracciolo di Agnone, per i servizi congiunti».
«Bene la sospensiva del Tar che di fatto riconosce l’importanza cruciale di un Punto nascita a Termoli, ma la questione non è di certo risolta perché tutte le criticità che in questi giorni abbiamo elencato restano in piedi – spiega Valerio Fontana. – Certo è un primo passo, ma ora si attivino i vertici Asrem nell’emanazione di bandi per l’assunzione di ginecologi e per l’incremento di dotazioni strutturali e tecnologiche al fine di avviare un vero e proprio rilancio di questo reparto del San Timoteo di Termoli. È quello che stiamo cercando di chiedere al presidente Toma nelle sedi istituzionali, ma sembra impossibile avere un’interlocuzione con lui – continua il portavoce M5S – visto che si convocano sempre meno Consigli e che ultimamente durano solo pochi minuti. Su questa cosa, comunque, sembra che remiamo tutti verso la stessa direzione, e di questo sono felice, ma a ciò devono seguire precisi e concreti fatti da parte dell’Asrem: questa è la vera discriminante affinché il Punto nascite di Termoli resti definitivamente aperto. Altrimenti – conclude Fontana – restiamo intrappolati in un limbo di incertezza che non fa bene a nessuno, in primis ai cittadini e alle mamme del basso Molise».

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