Quintino Desiderio, per la Cimo, lo dice subito: “Noi impugneremo il decreto in tutte le sedi. A nostro parere è viziato di illegittimità perché la competenza sulla programmazione sanitaria è del Consiglio regionale”. Anche in piano di rientro e dunque in regime di commissariamento? “Il commissariamento riguarda la gestione delle risorse” risponde Desiderio. E da quel punto di vista, secondo lui, è inaudito che dal 2007 non si sia trovato “un uomo in grado di risolvere il problema. Forse non lo si vuole risolvere perché ognuno deve curarsi il suo orticello”. Non risparmiano nessuno i rappresentanti dei sindacati dei medici. Commissari e subcommissari. Al piano operativo dell’attuale commissario Paolo Frattura dicono no e ribadiscono i concetti principali della loro opposizione in una conferenza stampa che si svolge nella sede dell’Ordine a Campobasso.

Pasqualino Di Iorio, Cisl Medici, punta il dito contro la “sperequazione sul privato per quanto riguarda l’attribuzione dei posti letto, siamo ad un dato del 40%”, parla di “assegnazione squilibrata, la sanità – rimarca – per sua natura è pubblica, il privato deve integrare. In questo caso ci sembra il contrario”. Nel mirino dei medici, che si dicono “sul piede di guerra”, anche la “spoliazione degli ospedali di Isernia e Termoli”. Denunciano di essere stati “estromessi totalmente” dalla discussione sul riordino della sanità. Loro che sono “addetti ai lavori” e potrebbero essere dunque efficacemente consultati.

Da quella che considerano la “sperequazione” sul privato discendono risvolti “dannosi” anche per la rete dell’emergenza-urgenza. “I privati – spiega David Di Lello, Aaroi Emac – allo stato non sono del tutto integrati nella rete, ad oggi sono le strutture pubbliche le prime ad intervenire in casi urgenti. Si rischia di creare un ulteriore ingolfamento rispetto a quello già presente nei Pronto soccorso della nostra regione”.

 

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