Mostra i muscoli con convinzione ma senza acrimonia. Sicuro di se stesso. Michele Iorio, oggi, è candidato presidente. Del centrodestra, quello che lui ha «creato» e che con lui alla guida gioca per vincere.
L’ex governatore ha appena sferrato un attacco al suo successore Paolo Frattura. Stavolta ha preso spunto dal ritiro dell’Isernia calcio a 5 dal campionato di serie A2. Più in generale, dall’impiantistica sportiva e dalla «situazione del Palazzetto». La Regione guidata da Frattura, ribadisce il giorno dopo Iorio, «ha completamente abbandonato questa città, non facendo alcunché per tutti i problemi che questa città aveva con le amministrazioni di sinistra e continua ad avere oggi». A Isernia, sottolinea, arriva ogni tanto qualche briciola: «Viene data quasi per caso e poi si pretende anche il ringraziamento ufficiale degli assessori o del sindaco».
Scegliendo il sindaco d’Apollonio, a Isernia Iorio vinse. Perché, spiega, la gente voleva cambiare e lo stesso schema funzionerà a suo parere per la Regione.
Sarà della partita, conferma. «Chiaramente in veste di presidente… non credo che ci siano altre possibilità. La mia candidatura è richiesta fortemente dal centrodestra molisano – risponde determinato – che non è proprio perfettamente in linea con alcuni rappresentanti dei partiti del cosiddetto tavolo. La richiesta è molto pressante, io confermo la mia disponibilità. Sto girando per i comuni per avere il massimo sostegno possibile e credo che questa sarà una battaglia che riporterà il centrodestra alla guida della Regione».
Della sua volontà di riproporsi si sapeva da tempo. Intanto, anche Fratelli d’Italia ha avanzato la candidatura alla leadership di Filoteo Di Sandro, assessore nelle giunte di Iorio e coordinatore del partito di Meloni. E allora, come si fa? Primarie? O decisione del tavolo nazionale a quel punto?
«Il centrodestra ha l’obbligo morale e politico di presentarsi unito alla competizione regionale. Ciascuno – ragiona l’ex presidente – ha diritto di porre la propria candidatura. Io sto raccogliendo pieni consensi in ogni dove nella regione, poi si stabilirà a chi toccherà questo compito. Io ritengo che la mia disponibilità sia essenziale alla ricostituzione di un centrodestra che io ho creato, che insieme abbiamo fatto crescere e che oggi ha bisogno di un sostegno straordinario per poter riprendere un percorso». Quanto alle primarie, non le teme. «L’ho già detto, io non ho problemi. Se si ritiene di farle e se le candidature proposte sono vere, cioè disposte a misurarsi col consenso popolare, io sono d’accordo. Il problema è che molti ragionano in termini semplicistici. Tutti sanno che se si facessero, le vincerei io. Motivo per cui non si fanno».
Ricostruzioni fin qui solo giornalistiche, ma accreditate, mettono al centro della scena anche il presidente del Tribunale di Isernia Vincenzo Di Giacomo. I moderati del centrodestra, e i moderati che con il centrosinistra hanno quasi ufficialmente rotto l’alleanza, pensano a lui. «Non so se è disposto a candidarsi, mi pare che sia impegnato nel lavoro delicatissimo di magistrato come presidente del tribunale. So che riceve qualche pressione da qualche personaggio politico del centrodestra, ma non mi risulta che abbia dato mai la sua disponibilità a candidarsi soprattutto in un periodo come questo», afferma sul punto Iorio.
Qualche settimana fa a Isernia un incontro a lungo atteso: allo stesso tavolo l’ex presidente e l’eurodeputato Aldo Patriciello. La fiera delle indiscrezioni offre materiale per creare o aumentare la zizzania fra i due. L’onorevole vorrebbe un suo uomo a capo della coalizione per mollare Frattura? È una delle più maliziose ricostruzioni. «Non è proprio vero che dice così. Magari lo pensa ma non lo dice… Patriciello ha partecipato al tavolo. Io credo che sia stato il centrodestra che ha dato disponibilità ad ascoltarlo perché lui è chiaramente politicamente esposto a sostegno del governo Frattura. È indubbio. Credo che non si possano prendere in giro i molisani dicendo il contrario. È il centrodestra che gli ha aperto le porte e credo che lui se vorrà, se lo dimostrerà sarà ben accetto». La coalizione, però, aggiunge subito dopo, «ha la forza di vincere con e senza Patriciello. Sicuramente sì».
Dopo la netta sconfitta del 2013, il centrodestra ha un’occasione. Ma le voci e i veleni interni danno la sensazione di un equilibrio che ancora deve essere ritrovato. Pare qualcuno pensi addirittura che Iorio sia stato in realtà morbido con Frattura. Che lo abbia ‘tenuto in vita’, come se l’uno convenisse all’altro. Chiacchiere, queste, davvero chiacchiere. Tanto che l’ex presidente non le accredita nelle sue dichiarazioni: «Molti presenti nel tavolo – prova a ricostruire – erano nelle mie giunte e quindi non credo che esprimano questi concetti. Se poi c’è qualche soggetto velleitario a cui piace apparire sui giornali più che misurarsi con il consenso popolare, pazienza per lui». Ma con decisione ferma la polemica: «Non rispondo a questa domanda».
Frattura quindi, infine. Guardando in casa d’altri, Iorio vede una «rottura insanabile» tra il Pd da una parte e l’Ulivo 2.0 di Ruta e Leva. Insanabile perché «poggia su argomentazioni che non possono essere ricomposte all’interno di un accordo politico. Poggia su argomentazioni personali e politiche molto forti nei confronti dell’attuale governo regionale. E quindi la sinistra sarà destinata comunque ad andare divisa. Non se se in due o in tre, però andrà divisa. Per cui penso che il centrodestra debba utilizzare quel minimo di saggezza, se è rimasta ancora in tutti gli esponenti, per capire che bisogna stare tutti uniti e battere il pericolo, perché lo definisco un pericolo per la regione, che vincano i 5 Stelle».

ppm

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