Per la prima volta nella storia del Molise, da quando è Regione autonoma, le elezioni sono state indette dal presidente della giunta di via Genova.
Lo prevede la legge varata a fine novembre, anch’essa è la prima votata dal Consiglio di Palazzo D’Aimmo. Fino al 2013, le regionali si sono svolte in base a norme nazionali: in particolare una degli anni ’50 modificata dal cosiddetto Tatarellum per l’elezione diretta del presidente.
Tutti gli adempimenti, per esempio le circolari sulla presentazione delle liste, sempre in virtù della nuova legge saranno curati dagli uffici della Regione.
Dunque, dopo settimane di indiscrezioni e smentite – tramontato l’election day con le politiche del 4 marzo, si era addirittura ipotizzato un accorpamento con le amministrative – ora è ufficiale: i molisani torneranno alle urne per le regionali il 22 aprile.
Ieri mattina il governatore Paolo Frattura ha firmato il decreto con cui convoca per quella domenica i comizi elettorali per l’elezione del presidente della giunta regionale e del Consiglio regionale del Molise.
Il provvedimento sarà trasmesso ai sindaci dei Comuni molisani (che ne daranno notizia agli elettori con un manifesto che sarà affisso 45 giorni prima della data del voto, quindi fra due settimane). È stato inviato ai prefetti di Campobasso e Isernia, al presidente del Tribunale di Campobasso e al presidente della Corte d’Appello. Sarà, infine, pubblicato sul Bollettino ufficiale della Regione Molise.
Per alleanze e liste i partiti hanno poco tempo a disposizione, anche se in questi mesi le trattative sono abbondantemente iniziate. Ora, però, si tratta di stringere. Trenta giorni prima del voto, quindi entro il 24 marzo, vanno presentate le liste. Nemmeno 20 giorni pieni a partire dalle politiche. Perché vuoi o non vuoi, chi per decisione tattica e chi per mancanza di tempo e concentrazione, la discussione vera sulle regionali comincerà solo dopo il responso delle urne su Camera e Senato.
r.i.
