«Il non voto favorisce l’elezione di cattivi amministratori». Il candidato sull’uninominale al Senato per il centrosinistra Enrico Colavita fa appello a chi domenica 4 marzo non vorrebbe recarsi alle urne.
«Sono gli astenuti – sostiene – che possono fare la differenza nello scegliere esponenti competenti e programmi seri e realizzabili, oppure affidarsi a una classe dirigente poco capace e che ha fondato le proprie promesse semplicemente su false illusioni».
«Rinunciando al diritto di partecipare attivamente alla vita del Paese – prosegue Colavita – si rinuncia al diritto di essere cittadino. E rinunciare alla vita del Paese significa arrendersi, significa non rimboccarsi le maniche per cambiare qualcosa. Significa demandare ad altri il proprio destino. Chiedendo ai cittadini di partecipare alla consultazione elettorale chiedo loro di compiere il primo passo per essere protagonisti. Perché nessuno ha il diritto di rimettere nelle mani di altri le proprie scelte e le proprie idee».
Ma per Colavita votare per il centrosinistra ha un ulteriore significato: arginare derive totalitarie e antidemocratiche. Politiche che rischiano di mettere da parte quanto sancito dalla Costituzione. «Proprio in virtù di quei diritti è oggi più che mai un dovere partecipare alla consultazione elettorale».
La candidata del Pd al proporzionale del Senato Laura Venittelli, invece, interviene sulla delibera dell’Autorità per la regolazione dell’energia sugli oneri di sistema non pagati dagli utenti morosi e dalle società di vendita dell’energia elettrica. Secondo lei è «assolutamente sbagliato scaricarli sui consumatori virtuosi. Poiché sono posti a carico dei clienti elettrici per finanziare, in buona parte, le fonti rinnovabili e che sono versati dai distributori al Gse, società pubblica, concordo con le associazioni dei consumatori che hanno chiesto all’Autorità correttivi affinché a pagare non siano sempre i cittadini onesti».

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