Nel simbolo della lista c’è il suo nome. «Non ho bisogno di poltrone o posti di potere – dice di sé il governatore più longevo della storia del Molise (12 anni alla guida della giunta) – ma avrei potuto avere anche un altro ruolo, quello del candidato presidente. Non è stato possibile, però non ho lasciato il campo. Sono nel centrodestra per dare il mio contributo alla vittoria».
Gli ultimi giorni di campagna elettorale Michele Iorio li sta trascorrendo macinando incontri coi cittadini.
Come è andata la campagna? Ormai ci siamo, un bilancio è possibile.
«È stata una campagna elettorale breve, arrivata dopo un’altra campagna. Quindi atipica rispetto alla preparazione di un programma e alla possibilità di offrire chiarezza ai molisani. Il 22 aprile, tuttavia, sarà un giorno importante per il Molise: si decideranno le sorti di un territorio già in condizioni disastrose. Per questo ci sarebbe voluto più tempo per capire le esigenze e illustrare ai cittadini le proposte. D’altro canto, però, registro comunque una mancanza assoluta di programma e un confronto che, invece, si avvita su aspetti secondari. Certo, sono convinto che il centrodestra abbia molto più da offrire, sia per quel che dice il suo candidato presidente sia per la storia della coalizione in questa regione».
L’avversario principale è il Movimento 5 Stelle.
«Noi siamo l’unica alternativa alla deriva dei 5 Stelle. La loro campagna è povera di contenuti. È fatta invece di acredine, veleni, accuse, mancati riconoscimenti. È basata sul nulla, la strada che indicano non porterebbe a niente. Io spero che i molisani riflettano attentamente sulle promesse che fanno e anche sulle tinte pure di vendetta che vengono fuori: si atteggiano a vendicatori di chissà che cosa…».
A livello nazionale non c’è ancora un governo. Lei crede che questo dato di fatto e l’atteggiamento dei 5 Stelle e di Di Maio possa essere d’aiuto alla causa dei loro avversari alle regionali?
«La situazione nazionale dovrebbe far capire di che pasta sono fatti. Di che pasta è fatto Di Maio che con l’utilizzo dell’io dimostra di sentirsi investito di chissà quale potere. Di fatto lui le elezioni non le ha vinte. E anche sullo scenario nazionale prevale questa politica della vendetta. Ecco: tutto ciò fa capire dove potrebbe arrivare il Paese, a una fase incomprensibile e deleteria».
La sua lista, Iorio per il Molise – Noi con l’Italia, ha sintetizzato in cinque punti il suo apporto programmatico alla coalizione di Toma. Quali sono?
«Si, abbiamo sintetizzato la nostra piattaforma in cinque punti che abbiamo discusso con Donato Toma e che lui ha condiviso. Innanzitutto, azioni per la ripresa e per il lavoro, sostenendo le imprese e puntando sullo smart working, il lavoro da casa. Viviamo un’emergenza straordinaria, dobbiamo portare in Molise il lavoro che già c’è, quello di aziende che hanno sede anche fuori e che si può realizzare a domicilio. Per il resto, sostegno alle imprese, alle startup e soluzioni al problema del credito. Penso in particolare alla questione dell’edilizia, che è stata semi distrutta da questi cinque anni di governo. Bisogna, poi, agire contro lo spopolamento perché di questo passo i servizi pubblici soffriranno ancora di più. Inoltre, noi proponiamo di tornare a lavorare sui grandi progetti. Ecco, in questo siamo agli antipodi dei 5S che parlano di piccole cose. No, il Molise ha bisogno di grandi progetti: e quindi l’autostrada, il porto di Termoli, la viabilità interna. Un ruolo importante lo gioca l’agricoltura, è necessario quindi sostenere i prodotti di qualità e mettere in campo un aiuto economico per rendere il settore competitivo. Nel 2018, infine, scade il famigerato programma operativo della sanità di Frattura. Dobbiamo perciò elaborare un piano che valorizzi la sanità pubblica, riapra gli ospedali chiusi e recuperi la mobilità passiva. La sanità pubblica deve essere in grado di competere e non costringere i molisani a curarsi fuori. Recuperando questo gap e rivedendo gli accordi di confine, si potrà risolvere anche il disavanzo».
Nel vostro programma un ruolo interessante ce l’ha l’oro blu, l’acqua del Molise.
«Senz’altro. È un impegno, questo, che sostiene tutti i cinque altri punti e che va a rimpinguare le entrate. È giusto, cioè, che al Molise venga reso quanto dovuto per l’acqua che dà alla Campania, alla Puglia, all’Abruzzo. Dobbiamo aprire una vertenza perché abbiamo diritto ad avere un risarcimento che sarebbe utile per le azioni di cui ho parlato prima e per riequilibrare anche i conti della sanità».
Infine, presidente, perché nel 2018 i molisani dovrebbero scegliere ancora Michele Iorio?
«Ho voluto presentare una lista, insieme ad altri amici che ringrazio profondamente, per dare un contributo al centrodestra a vincere e fare in modo che l’esperienza fatta sia di aiuto alla risoluzione dei problemi. Io non ho bisogno di poltrone o posti di potere. È stato un gesto, credo di poterlo dire, di generosità. Pensavo di poter recitare un altro ruolo, quello del presidente. Non è stato possibile ma io non ho abbandonato il campo e la coalizione. Ci sono per contribuire alla vittoria».
r.i.

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