Si avvicina a grandi passi la data del 10 giugno, giorno in cui gli elettori del Comune di Montaquila saranno chiamati a eleggere il nuovo sindaco e il nuovo Consiglio comunale. La campagna elettorale è ad uno snodo fondamentale. Si è chiusa la serie di comizi di presentazione. La lista “Per il cambiamento. Insieme si può” ha illustrato programma e propositi a Masserie La Corte, a Santa Lucia di Roccaravindola e a Montaquila capoluogo.
In attesa del gran finale con gli incontri di chiusura, una chiacchierata con l’aspirante sindaco Marciano Ricci.
Siamo al rush finale della campagna elettorale, in questi giorni sta continuando ad incontrare i cittadini su tutto il territorio, come sta andando?
«Siamo nel clou, è una campagna elettorale vivace. Ho svolto comizi in tutte le località del comune di Montaquila e ovunque ho trovato cittadini molto entusiasti. Ciò significa che abbiamo le persone giuste al posto giusto per amministrare il Municipio e cambiare le sorti del paese. Noi siamo a disposizione del popolo».
In questi giorni circolano voci circa una sua volontà di delegare ad altri amministratori in caso di vittoria il ruolo di sindaco a causa di una sua presunta mancanza di tempo. Quella mancanza di tempo che le ha fatto declinare l’invito a candidarsi in Regione. Cosa c’è di vero?
«Niente. La Regione è un conto. Il centro dell’amministrazione è a Campobasso e, ovviamente, è vero che il compito sarebbe stato più complicato, avrebbe richiesto logisticamente più tempo. Montaquila invece è il mio paese, io sono qui e quindi sono a disposizione. Ma voglio dire anche un’altra cosa a chi rivolge queste accuse: più che la quantità è importante la qualità del lavoro. La capacità di amministrare non si misura in base a quante ore un sindaco sta in Comune, magari a scaldare la sedia. Preferisco starci un’ora in meno ma portare più risultati. È un male?! Forse qualcuno sta diffondendo fake news su questo, anche perché il mio voler delegare è una volontà non di evitare il lavoro, bensì di affidare ad ognuno i propri compiti. Per intenderci, non sono un dittatore. Ognuno avrà un ruolo e decideremo sempre tutti insieme. Si chiama democrazia partecipativa».
A proposito di fake news, in paese si mormora che lei voglia in qualche modo riaprire la cava di Costa del Sorbo. Cosa risponde a chi dice ciò?
«Sorrido: la cava è chiusa e resterà chiusa. Accusano me di questo? Io che metto al primo posto la sicurezza dei bambini? La salute pubblica? Figuriamoci! Del resto la cava sta a un chilometro da casa mia, dove ci sono i miei nipoti, la mia famiglia… Parliamo di cose serie che è meglio. Le barzellette diciamole, va bene, ma possibilmente qualcuna più spiritosa, che faccia almeno ridere. Voglio dire un’altra cosa su questo».
Dica.
«Ci sono atti che parlano chiaro: il sito non verrà più coltivato. Su questo, se non bastano i documenti (mostra alcune sentenze e provvedimenti, ndr), c’è la mia parola. Del resto io non lavoro a Montaquila o nel Molise, quindi basta frottole. Invito a parlare di programmi e di idee per il paese. Basta menzogne. Ho improntato la campagna elettorale sulla correttezza, mi aspetto lo stesso dagli altri. Siamo una squadra di persone capaci e serie che hanno voglia di lavorare per il bene della comunità. Amministreremo per portare il cambiamento a Montaquila, nella massima trasparenza. Gli atti saranno resi pubblici, come previsto del resto dalla normativa vigente. E aggiungo che i Consigli comunali saranno trasmessi in streaming per permettere a tutta la cittadinanza di sapere cosa avviene in Municipio e cosa si fa per il paese».
Quindi è pronto per amministrare se dovesse vincere il 10 giugno?
«“Se dovesse” non deve esistere, la gente mi vuole. Io vincerò e Montaquila la curerò dedicandole l’attenzione che merita, come ho sempre fatto con le mie aziende. Anzi farò di più. In Comune andrò a lavorare e a produrre risultati. In generale, preferisco stare seduto un’ora alla sedia ma produrre risultati concreti che starci una giornata a non fare nulla! Io devo portare risultati e lo farò, questo posso garantire ai cittadini, che del resto mi conoscono».
Quello della lista è un programma corposo: se diventerà sindaco, quale il primo atto?
«Prima cosa, come ho detto e ripetuto, la sicurezza dei bambini. Un polo scolastico sicuro e confortevole a Masserie La Corte. E poi la riapertura dell’asilo a Santa Lucia. Tra le altre cose, mi faccia dire lo sportello comunale distaccato a Roccaravindola. Poi attenzione a via Taverna, dove dovremo prevedere in accordo con gli enti preposti dei rallentatori, dei dissuasori, e qualsiasi altra cosa purché chi si reca ad esempio all’ufficio postale non corra il rischio di rimetterci la vita. Penso anche a corso XXV Archi, quella strada va messa in sicurezza fino al ponte, creando marciapiedi perché ci sono tante famiglie che la percorrono e oggi sono costrette a camminare per strada. E ancora grande attenzione alla rete idrica e alla rete fognante. In primis si dovrà fare un check up alla rete per capire dove c’è dispersione e intervenire perché non è accettabile far restare i cittadini senza acqua nel terzo millennio. Interverremo inoltre sui cimiteri. Senza dimenticare la linea wi fi, fibra ottica, internet veloce. A Roccaravindola e Masserie La Corte dovremo realizzare un parco giochi per far socializzare e aggregare bambini e genitori. Penso poi alla manutenzione delle strade comunali e interpoderali. Un centro anziani…».
Sta esponendo tutto il programma?
«No, assolutamente. Tante altre cose ci sono da fare ancora e le faremo anche seguendo i consigli dei cittadini. Se posso aggiungere, direi anche l’irrigazione che va garantita su tutto il territorio, magari anche attraverso la realizzazione di pozzi artesiani. Poi occorre puntare forte sull’agricoltura biologica».
Ecco, lei batte molto su questo. Ha un “sogno” che nei prossimi giorni illustrerà meglio alla cittadinanza?
«Sì, è vero. Giro tanto e conosco tante persone che apprezzano i prodotti biologici e farebbero follie per averli. L’idea della mia lista è di creare un centro di smistamento di questi prodotti per mandarli in tutto il mondo. Per fare ciò occorre coltivare i terreni, molti dei quali oggi abbandonati. Noi dovremo fare in modo di renderli appetibili. Il Comune si impegnerà sia attraverso il Consorzio di bonifica della Piana di Venafro sia la Regione o attraverso fondi statali e europei per rendere irrigabili tutti i campi dove è possibile produrre biologico».
Nei tre comizi finora tenuti in piazza, ha ribadito la volontà di rinunciare all’indennità di carica, ne è sempre convinto?
«Assolutamente sì. Anzi, tutta la lista rinuncerà a qualsiasi emolumento previsto dalla normativa vigente. L’intero ammontare verrà messo in un fondo che servirà a coprire le spese della cooperativa di professionisti del posto che abbiamo in mente di creare per poter garantire al paese una risposta immediata agli interventi più urgenti che dovessero essere richiesti per la manutenzione del territorio. Faccio un esempio: salta una lampadina? Interverrà subito la cooperativa e porrà rimedio. Se si tratta, ovviamente, di manutenzione ordinaria. Immaginiamo una piccola squadra con elettricista, muratore, falegname e così via».
Come vede Montaquila di qui a cinque anni?
«Come il ‘centro’ della Valle del Volturno e della provincia di Isernia. Con la elettrificazione della linea ferroviaria, Roccaravindola diventerà praticamente lo scalo principale. Tutti dovranno venire da noi per prendere il treno e arrivare a Roma in poco più di un’ora. Avremo un afflusso di persone che dovremo essere capaci di intercettare per trasformare ciò in una occasione di sviluppo». ppm

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