Intenzione politica, obiettivo programmatico: di fatto però l’incompatibilità fra la carica di presidente della Regione e l’incarico di commissario della sanità non è ancora legge in vigore nell’ordinamento italiano. Inserita nel decreto Genova, da cui l’ha stralciata il Capo dello Stato, ha fatto capolino nel decreto Semplificazione dopo che per giorni era circolata una bozza del decreto fiscale con un articolo dal titolo emblematico: commissari sanità Calabria e Molise. Peccato però che poi sia stato l’intero decreto Semplificazione a perdersi nei meandri di Palazzo Chigi o nel tragitto con il Quirinale. Quel decreto non è mai entrato in vigore perché le sue disposizioni stanno trovando ‘casa’ in altri provvedimenti. E così, ennesimo cambio di programma, l’incompatibilità rispunta lì dove già era prevista: nel decreto fiscale.
Introdotta dal Patto per la Salute di Lorenzin, è stata sospesa dal governo Renzi in legge finanziaria. Oggi, quindi, il commissario può essere il presidente della Regione o può non essere lui. I 5 Stelle dicono: per noi non ci deve essere alternativa, il governatore non può essere pure commissario.
La versione ‘governativa’ della mancata nomina del commissario della sanità molisana racconta che il ministro Tria per procedere alla designazione al Cdm voglia che ci sia una norma.
Così, dopo sei mesi di tira e molla, siamo quasi ancora al punto di partenza. A ripescare l’incompatibilità è un emendamento del relatore al disegno di legge di conversione del dl fiscale, l’emendamento che introduce l’articolo 25 bis.
«Un provvedimento che può essere determinante per la nomina del commissario in Molise.
È la conferma che il governo e il Movimento 5 Stelle stanno facendo ogni sforzo per ridare al sistema sanitario regionale il giusto equilibrio tra pubblico e privato e, quindi, una nuova prospettiva», affermano i parlamentari molisani pentastellati. Il voto finale a Palazzo Madama è previsto entro il 22 novembre, a inizio dicembre (se non intervengono modifiche) potrebbe esserci il sì definitivo. Quindi, prima di due o tre settimane non è in calendario la nomina del commissario?
Antonio Federico ribadisce che l’emendamento in questione «certifica la voglia di risolvere al più presto il problema della norma. Bisogna capire se per procedere si chiede che la legge sia in Gazzetta o se invece anche un primo passaggio possa essere utile perché espressione di una volontà politica chiara a quel punto. Sarà nostra premura intervenire per accorciare i tempi».
Sulla diffida inviata dal presidente Toma al governo il deputato 5s invece non va proprio all’attacco: «L’efficacia giuridica non la colgo. Se dal punto di vista politico miri a sottolineare che si debba nominare subito il commissario, beh… lo stiamo dicendo anche noi da tempo».
r.i.

Un Commento

  1. Gianpaolo Mazzuccato scrive:

    Sono più che d’accordo con la norma, ma adesso dateci questo benedetto commissario! Ne abbiamo piene le tasche di attendere. Possibilmente uno del Nord Italia, con mentalità portata a fare, a parlare poco, a non lamentarsi e a non dare adito ai pettegolezzi.

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