Il provvedimento è all’ordine del giorno dell’Aula del Senato: l’incompatibilità fra presidente di Regione e commissario della sanità dovrebbe ricevere il primo sigillo ufficiale: se passa a Palazzo Madama poi va alla Camera, da lì uscirà come ‘legge dello Stato’.
Nessuno profetizza sorprese, i pianeti si sono allineati quando la Lega ha votato in Commissione insieme ai 5s a favore dell’emendamento al dl Fisco. La strada per la nomina del commissario ad acta del Molise si è fatta in discesa. Lo dicono i pentastellati, la delegazione parlamentare conferma che con la volontà politica del governo così evidentemente ‘pubblica’ il ministro Tria «non ha più scuse». Il percorso, evidenzia Federico, è chiaro. Anche il senatore Di Marzio ritiene che con il sì del Senato ci sia poco ancora da aspettare, bisogna decidere.
Alle certezze dei 5s si aggiunge il clima che si respira dalle parti di Palazzo Vitale. Bocche cucite ma filtra la sensazione che «il commissario sarà nominato nei prossimi giorni». Forse un rappresentante delle forze dell’ordine, comunque un profilo ‘terzo’. In Calabria è quasi certa la scelta del generale dei Carabinieri Cotticelli, in Molise si era parlato di un alto ufficiale della Finanza. Ma si era trattato solo di voci. Ad ogni modo, col passare delle ore si fa largo la sensazione che il governo sia tornato a chiedere la condivisione del presidente Toma sui nomi scelti per le cariche di commissario e sub. Da Palazzo D’Aimmo arriva la provocazione del consigliere di Orgoglio Molise Gianluca Cefaratti. Ribadisce che Toma è la giusta sintesi fra il ruolo politico e quello tecnico richiesto ai commissari chiamati a ridurre il debito sanitario. Ma se i 5s volessero tirare dritto, allora «la strada porta al senatore Di Marzio (parlamentare 5s, ndr)». Cefaratti si dice certo che «accetterebbe senza problemi, così come sono certo che lo farebbe a titolo totalmente gratuito (come, da prassi, farebbe il presidente Toma). Se poi lo scoglio dell’incompatibilità “politica” dovesse risultare invalicabile, il senatore potrebbe anche dimettersi da Palazzo Madama ed assolvere il suo nuovo compito a tempo pieno».

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