Il 29 novembre il Consiglio regionale d’Abruzzo ha approvato la legge che riduce i vitalizi degli ex e introduce il divieto di cumulo.
Frutto dell’unificazione delle proposte di 5s e Pd (che in Abruzzo è maggioranza), il testo prevede che, a partire dal mese successivo a quello di entrata in vigore della legge, e fino al 31 dicembre 2020, sia i vecchi assegni sia i nuovi siano sottoposti a queste riduzioni, da calcolare progressivamente sugli importi mensili lordi: esenzione fino a 1.500 euro; 9% da 1.501 e a 3.500 euro; 12% da 3.501 a 6000 euro; 25% oltre l’importo di 6000 euro. Le nuove disposizioni si applicheranno anche all’assegno di reversibilità. La legge stabilisce inoltre che il vitalizio degli ex consiglieri, diretto o indiretto, non è cumulabile con altri vitalizi previsti per gli eletti alla carica di parlamentare europeo, di parlamentare della Repubblica italiana, di consigliere o di assessore di altra Regione.
Una doppia stretta che presto potrebbe arrivare anche in Molise. La conferma arriva dal presidente dell’Assise legislativa di via IV Novembre Salvatore Micone. Ospite ieri sera della trasmissione di Teleregione ‘Fuoco incrociato’, Micone ha spiegato che in seno alla Conferenza dei presidenti si sta discutendo dell’attuazione delle nuove direttive del governo nazionale. La legge di bilancio dell’esecutivo gialloverde, infatti, contiene un’indicazione prescrittiva per le Regioni: devono ricalcolare i vitalizi che già sono stati maturati secondo il metodo contributivo, oppure subiranno il taglio dell’80% dei trasferimenti statali (tranne quelli per la sanità e altri servizi essenziali).
Qualche dubbio di costituzionalità anche il governo 5s-Lega ce l’ha, perché prevede che il risparmio finisca in un fondo rischi per fronteggiare eventuali sentenze negative.
Le Regioni, però, ha detto Micone ieri sera si stanno organizzando per arrivare a soluzioni comuni. «Vogliamo dare risposte», ha assicurato. Le linee di indirizzo sono fondamentalmente queste: «Un contributo di solidarietà, che in Molise è stato già in vigore, con percentuali che decideremo nell’ufficio di presidenza. Intervenire poi con il divieto di cumulo ed elevare l’età per il godimento del vitalizio, oggi un po’ bassa rispetto alle altre Regioni, allineandola al cittadino comune che va in pensione a 65, 67 anni». Oggi l’assegno si può richiedere anche a 55 anni, con una piccola decurtazione. A 60 l’importo è pieno.

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