Di Angelo Giustini non si può dire che sia abituato a mediare le cose che pensa, le dichiarazioni. Il suo approccio all’incarico di commissario della sanità molisana è stato da subito genuino. Così, con la stessa spontaneità che accompagnò la preoccupazione che un mancato pareggio dei conti avrebbe comportato conseguenze negative per le tasche dei cittadini racconta la prima uscita ufficiale, la tappa all’ospedale più importante della regione, come «una bella pagina della sanità, davvero bella».
Ottima l’impressione che il generale della Finanza in congedo ha ricevuto dei professionisti che operano al Cardarelli. Vi ha trascorso alcune ore mercoledì pomeriggio. Insieme a lui, il sub commissario Ida Grossi, il direttore generale della Salute Lolita Gallo, il dg dell’Asrem Gennaro Sosto, il direttore sanitario dell’azienda Antonio Lucchetti. Dopo due mesi di incontri con comitati, associazioni, amministratori – ognuno con un lungo elenco di doglianze – sul campo Giustini e Grossi hanno trovato spunti finalmente positivi. Non solo ‘questo non va’, ma pure «ottimi professionisti che mettono amore in quello che fanno. Questo è il messaggio che insieme alla dottoressa Grossi vorrei trasmettere». Hanno parlato con i primari, sotto la loro guida hanno visitato i reparti. «Certo, la struttura va adeguata, rivisitata. Ci sono ritocchi da fare. Ma, per quel che abbiamo potuto comprendere, le professionalità ci sono. Ci sono i macchinari ed è in arrivo per esempio qualche novità per le patologie tempo dipendenti, quelle che generano più apprensione fra la popolazione. Insomma, questa struttura merita lo sforzo di tutti».
Si può migliorare? È lo stesso commissario a porre la domanda. E a rispondere: «Noi faremo tutti gli sforzi necessari. Ma dobbiamo farli tutti, tutti gli attori e anche la stampa, con un’informazione vera e non con attacchi gratuiti». Già, l’eco delle polemiche per l’auto di servizio e la richiesta di uno staff esterno si è allontanata. Ma evidentemente Giustini non dimentica. Adesso, poi, c’è la vertenza giudiziaria con la Regione, che ha impugnato le nomine al Tar (udienza di merito il 10 luglio) e alla Corte costituzionale (qui il match si riproporrà ad aprile). Al Tar Giustini si è costituito con un ricorso incidentale ‘pesante’. Epperò mette in chiaro: «Noi ci stiamo difendendo. Veniamo attaccati, ma attaccare noi significa attaccare lo Stato. Attacchi, ripeto, gratuiti. Le guerre non portano a nulla», conclude il generale. Il riordino della sanità, al contrario, ha bisogno «dell’intervento costruttivo di tutti».

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