Il nocchiero? Ettore Rosato. A Giuseppina Occhionero non manca il senso dell’umorismo e della realtà. Quindi dice senza remore e scherzandoci su che al Rosatellum, legge elettorale che a Rosato deve impianto e nome, sente di dovere il suo mandato parlamentare.
Non è uno scandalo, è un fatto: quando scattò il seggio a Leu (formazione nata dalla scissione dal Pd renziano) in Molise nel 2018, per i meccanismi che quella norma prevede, la sorpresa fu generale. Anche l’avvocatessa di Campomarino rimase sorpresa. Con Rosato, superata la conoscenza nata dall’autoironia, si è instaurato un bel rapporto di stima. È stato l’ex vicepresidente della Camera, coordinatore nazionale di Italia Viva, a metterla a parte del progetto. Poi Renzi ha chiesto di incontrarla e dopo la scissione dal Pd, la deputata ha deciso di seguire i lavori della Leopolda. Ieri l’adesione ufficiale. Dopo giorni travagliati, sottolinea. Cambiare partito, nell’era della comunicazione social soprattutto, espone.
La appassiona il campo largo che con Iv è possibile: «Io posso dialogare con un bagaglio di valori di sinistra guardando però anche al centro. Questo soprattutto nell’interesse della mia regione». Ma ti fidi di Renzi? Si fa da sola la domanda che è la ‘domanda accusa’ della sinistra, ancora offesa dallo «stai sereno» irriverente verso uno dei suoi enfant prodige, Enrico Letta. Che pure tanto a sinistra non sta. Giuseppina Occhionero, Giusy per gli amici, non ne fa un tema di fiducia, quanto di prospettive, di possibilità di fare. Così, da compagna di banco di Pierluigi Bersani, da oggi in poi sarà indicata come il riferimento del ministro Bellanova in regione.
Onorevole, quando Roberto Speranza è diventato ministro della Salute lei fu entusiasta. Soprattutto per quel che significava per il Molise alle prese con un piano di rientro che è tornato ad essere – quasi inspiegabilmente – una montagna difficile da scalare. Un mese dopo, lascia Leu e Speranza. Senza rancore?
«Guardi, io ringrazio le donne e gli uomini di Leu, ma con dispiacere devo ammettere che non siamo riusciti a vincere la sfida di diventare un gruppo politico realmente unitario e capace di affrontare le sfide dell’oggi e del futuro. In questa fase Leu è sembrata una serie di appuntamenti rinviati. Non si è costituito in un partito e avendo più correnti al suo interno ha perso quello slancio che aveva all’inizio. Detto questo, con i colleghi del gruppo di Leu il rapporto è ottimo e continuerò a lavorare agli stessi temi che ci legano. Così continuerò a fare per la sanità e i rapporti con Roberto Speranza rimangono splendidi. Anche se, mio malgrado, non posso nascondere che mi sarei aspettata un maggiore ascolto per le istanze del Molise in tema di salute e diritto alla salute».
Quindi, da eletta nel partito dell’antirenzismo si è scoperta renziana?
«Ho scelto di aderire a Italia Viva perché mi riconosco in un progetto che guarda al futuro, alla crescita del Paese e dei suoi territori, che parte da dichiarazioni di identità forti – femminismo, ambientalismo, merito ed equità – e ha il coraggio di declinarle nei programmi e negli organismi di partito. Punta sulle donne dando loro un ruolo centrale, il ministro dell’Agricoltura Bellanova e la capogruppo Boschi, punta sui territori. E per il Molise spesso dimenticato mi sembra una cosa fondamentale. Renzi mi ha chiesto di essere il riferimento di Teresa Bellanova in Molise, ci siamo già velocemente confrontati, io e lui, su misure che potrebbero essere utili al Molise. Mi metterò quindi subito al lavoro per ragionare con il settore dell’agricoltura per definire e realizzare interventi efficaci. In generale, il mio impegno e quello di Iv è volto ad allargare la partecipazione agli amministratori locali e a tutti quelli che non fanno politica nei palazzi».
Lei non viene dalla scissione. Ma il senatore di Rignano a sinistra è comunque in genere poco amato. Certo, se c’è un governo Conte bis lui ne è indubbiamente padre…
«Esatto. E ci tengo a rimarcare che il mio passaggio a Italia Viva in nulla cambia la mia posizione a sostegno dell’esecutivo…».
Cosa l’ha convinta di Renzi?
«Il guardare al futuro, e non più al passato, come le dicevo. E poi sì anche la grinta, la vivacità. Tra l’altro, sarà presto in Molise. Dalle parole che ho scambiato con lui, ho capito che è possibile contribuire a migliorare la condizione dei molisani e della nostra regione».
Italia Viva punta decisamente a Forza Italia. All’area liberale…
«Ma pensare alla crescita, all’occupazione, alla lotta alle disuguaglianze, alla parità di genere, all’ambiente, alla Costituzione come faro a cui guardare per seguire la rotta dell’azione politica è liberale?».

rita iacobucci

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